Sanità, Caldoro: “Senza sblocco turn-over, reparti a rischio”.

Sanità, Caldoro: Senza sblocco turn over, reparti a rischio.

”Senza risposte, pronti a misure eccezionali”. Il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, ancora in attesa di una risposta dal Governo, in particolare dai ministeri dell’Economia e della Salute ai quali aveva inviato una lettera di diffida per lo sblocco del turn over negli ospedali campani, annuncia su Twitter che palazzo Santa Lucia è pronto a ”misure eccezionali” perché ”nostro compito è tutelare cittadini e salute”. Il punto è che senza lo sblocco del turn over e ”senza assunzioni, rischiamo – twitta Caldoro – la chiusura dei reparti”. Senza la possibilita’ di assumere nuovo personale – così come aveva scritto il governatore nella lettera di qualche giorno fa – la Regione Campania ”non potrà non solo erogare l’ordinario livello di assistenza ai propri cittadini, ma nemmeno evitare il rischio di episodi di danno alla salute e alla vita delle persone come quelli verificatisi in altre Regioni e non potrà non considerare il Governo responsabile di tale situazione”. La Campania è al di sotto della media nazionale per carenza di organico. Secondo i dati sui dipendenti del Ssr – Sico, il sistema conoscitivo del personale delle amministrazioni pubbliche presso il Mef, la Campania è ultima nel rapporto tra dipendenti Ssr e popolazione residente. Stando ai dati, incrociati con quelli Istat, tale rapporto evidenzia per la Campania un percentuale dello 0,84%, come a dire meno di un dipendente del servizio sanitario regionale ogni 100 abitanti. Ora, con i conti in ordine e un disavanzo in campo sanitario certificato anche dal Mef, alla Regione toccherebbe una deroga del 15% per lo sblocco del turn over per il quale, però, nonostante tre diffide, ancora si attende l’ok definitivo. Il ”regime” di blocco ”imposto negli anni passati alla Regione Campania” ha ”già prodotto gravi conseguenze sulla capacità del servizio sanitario regionale di erogare adeguatamente i livelli essenziali di assistenza”. La conseguenza è che il sistema sanitario campano si trova a operare oggi con ”circa 10mila addetti in meno rispetto al 2007”. Mobilità regionale, prestazioni di lavoro straordinario o in regime di prestazioni aggiuntive, l’acquisto di prestazioni professionali da privati sono state finora le misure adottate, ma ”ora questa situazione non può più essere sostenuta se non consentendo il rapido ed efficace ripristino di un numero di addetti del settore adeguato”, sottolinea Caldoro.