Rinascita scrive al Commissario Prefettizio di Pomigliano «È stata chiesta la rimozione di chi lavorava per la legalità»

Rinascita scrive al Commissario Prefettizio di Pomigliano  «È stata chiesta la rimozione di chi lavorava per la legalità»

Non si ferma l’attività di Rinascita: subito il successo dell’assemblea pubblica di lunedì 27 febbraio, è stato affisso in città un manifesto in che riporta il testo integrale di una lettera aperta inviata, spiegano i militanti, alla neo Commissaria Prefettizia di Pomigliano Carolina Iovino: «Lei sarà certamente a conoscenza – si legge nel testo – delle denunce formulate dal Sindaco sfiduciato, prof. Gianluca Del Mastro, in merito all’attività condotta presso l’Ente e ai motivi dello scioglimento. Tali denunce evidenziano che vi sono state forti pressioni sul Sindaco sfiduciato per ottenere la rimozione dei responsabili politico-amministrativi dei settori Urbanistica, Edilizia e Polizia Locale, ritenuti eccessivamente rigorosi nell’attuazione dei principi di legalità».

«In pratica – continua il manifesto – si intendeva far rimuovere da questi ruoli nevralgici quanti hanno assunto, con determinazione e senso del dovere, un ruolo di primo piano nel contrasto al malaffare ed alle illegalità. Illegalità riscontrate, non solo nel campo edilizio, dall’azione della Magistratura penale, da ripetuti pronunciamenti della Giustizia Amministrativa e da diversi provvedimenti antimafia della Prefettura di Napoli».

Rinascita Pomigliano fa sapere anche di aver inviato alla Commissaria Prefettizia una ricca documentazione dei fatti di cui parla, spiegati ai cittadini e alle altre forze politiche, con dovizia di particolari, durante l’assemblea pubblica di lunedì. «La registrazione integrale di questa assemblea – spiegano i componenti di Rinascita – è facilmente consultabile in forma integrale all’interno dei nostri canali social ufficiali».

«Le chiediamo – conclude il manifesto – di effettuare ogni opportuna verifica, anche in ordine all’esistenza di eventuali commistioni, incompatibilità e/o conflitti di interesse, anche potenziali, di soggetti che hanno rivestito negli anni funzioni politico-amministrative; soprattutto relativamente all’assunzione, da parte dei suddetti soggetti, di incarichi di consulenti, diretti e/o indiretti, di enti e soggetti privati aventi rapporti economici o interessati a provvedimenti/autorizzazioni dell’Ente locale. Ciò anche alla luce dei principi espressi da diverse fonti normative e giurisprudenziali e da varie deliberazioni dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC)».