Religione e Politica: una difficile convivenza

 Religione e Politica: una difficile convivenza

Una questione antica ma con l’evoluzione della società sempre più al centro del dibattito

Radici profonde
Un argomento mai banale che si adatta col passare del tempo. In passato furono Don Camillo e Peppone a scontrarsi. Un comunista duro e puro, da un lato, con una visione laica dall’alto un parroco di paese tradizionale e tradizionalista legato profondamente al suo culto. Giovannino Guareschi, quindi, già nel 1948 poneva l’accento sulla questione. Quei racconti però sottolineano, si le differenze di vedute ma mostravano anche come nonostante idee diverse, ci si potesse rispettare e perché no anche aiutare. Dettaglio fondamentale visto che si usciva dalla Seconda Guerra Mondiale, da dittature e regimi totalitari dove non c’era spazio per il confronto, anzi. Scontri dunque c’erano e ci saranno sempre ma la domanda che mi pongo da ormai un bel po’ di tempo é: si può essere un cattolico praticante e allo stesso tempo avere delle idee politiche così lontane dalla dottrina cristiana stesa? Non ci si rende incorenti professarsi cattolici ma essere favorevole all’aborto?

Un dilemma esistenziale
Il nocciolo della questione non é il rispetto o il diniego del cattolicesimo in sé, tutt’altro. All’alba dei 30 anni però, dove si tira per certi versi una riga e ci si guarda dentro credo che queste riflessioni siano più che normali. Ammettiamolo quasi la totalità dei cattolici non lo é per sua scelta ma lo é perché i propri genitori avviano questo processo praticamente da quando veniamo al mondo. Non hai modo a quell’età di capire se sia giusto o sbagliato. Segui i tuoi genitori, gli insegnamenti e credi sia normale e giusto così. Gli anni però passano, si diventa adulti e le esperienze di vita che facciamo, le conoscenze ed i legami che stringiamo ci portano a riflessioni e strade diverse da quelle prese in tenera età che mettono a dura prova delle convinzioni che avevi fatto tue da ragazzo.

Possibilità di scelta
Non sarebbe giusto poter scegliere? Non sarebbe giusto poterci permettere di capire quale religione professare?. La possibilità di scegliere ci renderebbe maggiormente consapevoli della religione che andremo a professare, avvicinandoci maggiormente a quel senso di comunità cristiana (per dirne una) che forse oggi non sentiamo più. Tante persone sono cattoliche ma chi professa davvero? Forse pochi. Quanti giovani sono davvero vicini alla chiesa? Sempre meno, e questo dovrebbe portare/ci a delle riflessioni sul futuro. Certo nelle difficoltà tutti ci riscopriamo cristiani. Io per primo. Quante volte nelle difficoltà mi ritrovo a pregare Dio perché nelle fragilità ci aggrappiamo a tutto sperando in un “miracolo”.

Un difficile incastro
Visto che una scelta libera non c’era e non c’è, pensare a cosa o come comportarsi in futuro é lecito. Certo c’è la possibilità di scegliere di non professare o di cambiare religione. Nonostante tutto non si tratta di contratti scritti e irrescindili. Ci si può sempre fermare e riflettere con calma. C’è però in giro un certo affievolimento sull’argomento. Sei cattolico? Si, ma niente di serio. Potremmo quasi riassumerla con un meme. Nessuno pone la fede o un eventuale religione come quesito anche solo passeggero della vita o della quotidianità. Alla fine vale tutto il contrario di tutto. Nonostante il cattolicesimo ci venga insegnato e trasmesso fin da piccoli facciamo fatica a dare importanza a questo percorso, degli insegnamenti, un percorso svuotato oramai della componente valoriale. Per cui non dovremmo stupirci di vedere cattolici convinti (si fa per dire) d’essere favorevoli all’aborto, favorevoli ai matrimoni fra coppie omosessuali, favorevoli alle adozioni per queste coppie… Tutto bello, tutto corretto, a secondo della corrente politica ma non contrasta con i valori cristiani?

Spirito Critico
È proprio in questi quesiti che i miei dubbi aumentano. Può un ideologia fortemente liberale e di sinistra (non nascondiamoci) portare alla messa in discussione per certi versi di sé stessi? Io credo di sì, credo sia giusto capire quanto la tua religione sposi le tue idee, i tuoi pensieri. Per non vivere una realtà alterata dove la domenica mattina reciti il padre nostro e a pranzo discuti amabilmente di come sia giusto che le coppie omosessuali possano adottare. Queste visioni posso conciliare? Posso essere in fin dei conti un cattolico? Sì, teoricamente. Chi come me ha queste visioni può essere definito un cattolico “progressista” ovvero uno di quelli che auspicano un evoluzione del cattolicesimo sia in campo sociale che politico. Certo non sarò e non saremo mai completamente allineati ma questo non porta ad un esclusione come estrema razio. Bisogna essere consapevoli di trovarci in una comunità non allineata su alcuni temi. Sicuramente aperta al dialogo ma fortemente conservativa su altri. Sta a noi scegliere se restare e dare un contributo per un cambiamento epocale per certi versi oppure lasciare, andare via, alla ricerca di una comunità più vicina a noi e alle nostre idee così da risolvere questi conflitti interiori. In fondo nessuna religione é giusta o sbagliata. Ogni comunità ha le sue peculiarità e al suo interno possiamo trovare serenità, conforto e rifugio. In fondo tutte le strade portano a Dio…. No? Mica qualcuno si sente superiore ad altri.. No?                                                                                                                                                              (Carmine Napolitano)