Legislazione italiana sui semi di marijuana: qual è la situazione oggi

Legislazione italiana sui semi di marijuana: qual è la situazione oggi

Se la legalizzazione della cannabis è tuttora un nervo scoperto per i suoi sostenitori, di certo non si può dire che la situazione dei semi sia più semplice.

Stando alla legge attualmente vigente, che analizzeremo all’interno di questo articolo, non è possibile coltivare marijuana le cui infiorescenze superano un livello di THC dello 0,6%.

Ma che dire delle semenze?

Ad oggi, non esiste una legge che ne vieti il commercio né il collezionismo.

Per questo, sempre più persone decidono di acquistarli presso negozi fisici e e-commerce, come lo shop online di semi di cannabis SensorySeeds, considerato dai più del settore un vero e proprio punto di riferimento nella commercializzazione di semenze femminizzate, autofiorenti e a crescita rapida.

Ma, se la detenzione è consentita, non si può dire lo stesso per la coltivazione.

Come anticipato in queste righe iniziali, nel seguente articolo si approfondirà meglio la questione sulla legalità dei semi di cannabis, ponendo l’accento sulla normativa in vigore e sulla situazione attuale, nel tentativo di apportare maggiore chiarezza su una faccenda che fomenta ancora dubbi e confusione.

Normativa sui semi di marijuana legali: gli italiani pretendono maggiore chiarezza

Semi di marijuana: sì al commercio, no alla coltivazione

Per farla breve sì, è possibile acquistare semi di marijuana presso negozi fisici e e-commerce.

Ciononostante, secondo quanto disciplinato dal D.P.R. n. 309/1990 o Testo Unico degli Stupefacenti, sono severamente vietati l’uso, la detenzione e il commercio di sostanze stupefacenti.

Ciò significa che se i semi venissero coltivati e sviluppassero delle infiorescenze con un livello di THC superiore a quello consentito, si violerebbe la legge.

In altre parole, il rischio che si corre è di una condanna che va dai sette ai vent’anni di reclusione, insieme al pagamento di una pena pecuniaria.

Corte di Cassazione: deresponsabilizzazione dei canapicoltori per la vendita di cannabis a terzi

A tal proposito, la Corte di Cassazione si era espressa abbastanza chiaramente, vietando la coltivazione di semi di cannabis in assoluto.

Il motivo? In sostanza, la corte temeva che i coltivatori si sarebbero ‘approfittati’ della situazione, dando il via libera al traffico illegale di cannabis.

Questa manovra avrebbe messo in seria difficoltà i canapicoltori, ma il 19 dicembre 2019, la situazione sembra dirottare in loro favore.

In questa data è stata emessa una sentenza nella quale i canapicoltori non sono più ritenuti responsabili per le conseguenze legate alla vendita di marijuana a terze parti.

Quindi, la legge non vieta il possedimento di semi di cannabis, purché questi non vengano fatti germinare.

Per alcuni può sembrare una vera e propria contraddizione: ma dove sta il problema?

La risposta è nel tipo di sostanza presente.

Il THC è ritenuto uno stupefacente che, se contenuto ad alti livelli, è in grado di creare uno stato di dipendenza psicofisica, quindi nocivo per gli individui.

D’altro canto, il CBD è un’altra sostanza presente nella cannabis, ma incapace di scatenare un effetto psicoattivo sul cervello: quindi, è ritenuta sicura.

Ecco le varietà di semi che si possono acquistare legalmente in Italia

Sono tre le tipologie di semi di marijuana reperibili presso i negozi specializzati:

  • i semi autofiorenti;
  • i semi femminizzati;
  • i semi a crescita rapida.

I semi di cannabis autofiorenti e femminizzati sono sicuramente le tipologie scelte dalla maggior parte dei clienti.

La ragione principale è dovuta al fatto che sono i semi con maggiore probabilità di generare piante femmine, le uniche in grado di produrre infiorescenze.

I semi di cannabis a crescita rapida, invece, sono delle semenze in grado di crescere molto rapidamente, per questo sono chiamate anche fast flower seeds.

Acquisti di semi di cannabis: perché gli italiani preferiscono gli e-commerce ai negozi fisici

Il motivo è facilmente intuibile: nonostante le numerose battaglie per abbattere tutti i pregiudizi sulla pericolosità della cannabis, sono ancora tanti gli scettici frenati dai numerosi clichés che si sono perpetrati nel tempo.

Ecco perché sempre più italiani preferiscono acquistare questi prodotti presso gli e-commerce. Le parole d’ordine?

Privacy e sicurezza.

Diversi negozi assicurano spedizioni degli articoli tramite pacchi 100% anonimi, garantendo la massima discrezione, lontano da occhi indiscreti.

Conclusioni

Tirando le somme, questo articolo aveva il proposito di fornire una panoramica della situazione odierna in merito alla legalità dei semi di marijuana.

Abbiamo visto che, secondo quanto disciplinato dal Testo Unico degli Stupefacenti, non sono vietate né la detenzione né il collezionismo di semenze.

Tuttavia, non è possibile coltivarli, perché non si può assicurare la nascita di infiorescenze a basso contenuto di THC.

Proprio a questo proposito, la Corte di Cassazione sembrava essersi mossa contro i canapicoltori, temendo che la coltivazione di semenze desse il via al traffico illecito di marijuana. Successivamente, la stessa corte scagiona un coltivatore che aveva dimostrato di possedere una piccola piantagione esclusivamente per uso personale.

Infine, abbiamo visto i motivi per i quali gli italiani continuano a preferire l’acquisto di semenze presso e-commerce e quali sono le tipologie in vendita.

Ad oggi, è possibile acquistare semi autofiorenti, femminizzati e a crescita rapida su numerosi store online specializzati.