BAIANO. La collina di “Gesu’ e Maria”, ieri e oggi. L’Eremo della Madonna del Soccorso e l’incanto del paesaggio che resiste ….

BAIANO.  La collina di “Gesu’ e Maria”, ieri e oggi. L’Eremo della Madonna del Soccorso e l’incanto  del paesaggio che resiste ….

Il sacro complesso architettonico  simbolico faro di spiritualita’ e meditazione, mentre le sue rugose  “pietre vive” raccontano squarci di storia del territorio

di Gianni Amodeo –   Foto di Enrico Stago

BAIANO.  La collina di “Gesu’ e Maria”, ieri e oggi. L’Eremo della Madonna del Soccorso e l’incanto  del paesaggio che resiste ….E’ ancora un’oasi di uliveti, la Collina di Gesù e Maria, su cui vigila l’omonimo Eremo consacrato alla Madonna del Soccorso; un’oasi di verde sfumante nel grigio argentato, che sempre è stata vissuta e attraversata liberamente senza l’utilizzo di mezzi motorizzati sulle scie dei pochi e lineari sentieri tracciati da tempo immemore in terra battuta dai laboriosi contadini; un panneggio uniforme, su cui negli ultimi anni si sono venute infittendo le recinzioni a maglie strette di rete metallica, per segnare e proteggere poderi privati estesi alcuni moggi, il più delle volte  neanche coltivati o “abbandonati”al destino di selvaggia vegetazione.  Una bizzarra e occhiuta parcellizzazione del mito eterno della  ”roba”, che, almeno e per la buona sorte testimoniale del valore paesaggistico dell’intera area, non ha  interessato  il cospicuo sito, in cui è incastonato l’ Eremo e che fa parte dei beni del patrimonio dell’Ente di corso Garibaldi. Un sito, giova ricordare, sottoposto negli anni ’80 con rara e sorprendente opportunità di scelta amministrativa allo stringente vincolo di tutela e conservazione integrale dal competente Ministero per i beni culturali.

BAIANO.  La collina di “Gesu’ e Maria”, ieri e oggi. L’Eremo della Madonna del Soccorso e l’incanto  del paesaggio che resiste ….E’ ancora l’oasi di verde diffuso, quella di “Gesù e Maria”, su cui, fino a qualche decennio fa, ancora si potevano vedere levarsi in gioiosi voli, rincorrendosi con gradevole e cinguettante verseggiare, passeri, merli e fringuelli, a cui  faceva da intercalare nei pomeriggi di calura estiva la variegata modulazione del concerto delle cicale inesauribili nell’eseguire gli spartiti del loro infinito ed eccitato frinire. Si tesseva su  queste scie la trama di sensazioni visive e uditive di un habitat unico e animato di tanta vita, mentre la sera diventava ammaliante nei ricami della viva luce, sprigionata dalle guizzanti lucciole, fantasiose ed eccentriche mini farfalle che correvano e giostravano di cespuglio in cespuglio lungo i cigli di viottoli e sentieri sterrati. E si atteggiava così, come in parte tuttora  si conserva, ma senza l’animazione del passato, lo scenario, di cui gli ulivi erano vigili e discrete presenze, autentici ed ospitali  padroni di casa, spesso ammirevoli esemplari di longevità, ben protetti da filari orizzontali di muri a secco di candide pietre calcaree, delimitando a gradoni i caratteristici terrazzamenti ora sfigurati o scomparsi per incuria. Era la composizione armoniosa degli uliveti della tradizione, che ravvivava l’intero contesto naturalistico e nella quale si leggevano la cura del suolo, la mano certa e il lavoro appassionato degli esperti contadini del tempo che fu, ormai sostituiti dagli ” agricoltori” della domenica, tutt’altro che conoscitori dell’abbecedario delle minime pratiche agronomiche, ma entusiasti nel decantare e far orgogliosa  mostra delle robuste recinzioni che hanno allestito a protezione dei propri piccoli poderi.

POLVERE DI RICORDI

BAIANO.  La collina di “Gesu’ e Maria”, ieri e oggi. L’Eremo della Madonna del Soccorso e l’incanto  del paesaggio che resiste ….E’ ancora, l’oasi collinare, quell’esteso spazio coperto da manti di prato ingialliti dal caldo torrido e bruciante di queste afose giornate agostane che stanno per finire  e segnato da balze rocciose, che, in anni ormai lontani, è stato il magico ambiente-casa senza mura, finestre e porte per gli  infiniti giochi  di tanti ragazzi, tra cui chi scrive, dei  quartieri del “Tuoro” e della “ Teglia” meglio conosciuta con il toponimo  “ ‘Ncoppaa Teglia”, per la presenza del Tiglio, ai cui piedi è l’edicola sacra dedicata alla Madonna di Lourdes con vasca e fonte d’acqua che si rinnova, ammantate di edera,allocate nella caratteristica incurvatura del tornante di corso Garibaldi che si divarica verso via Gesù e Maria e si allunga verso via Libertà; una preziosa testimonianza di culto sacro, la cui meticolosa  cura quotidiana si deve alla famiglia di “don” Carmine De Falco.

Era, l’oasi collinare, la magica casa all’aria aperta e di solare ospitalità, che gli stessi ragazzi abitavano nei mesi estivi per intere giornate, dalle prime ore del mattino fino al calare delle ombre serali, e nella quale si rincorrevano e si vivevano sempre nuove ed emozionanti suggestioni, attraversate da brighe, sassaiole, corse a perdifiato, respirando le atmosfere di quella ch’era l’atmosfera e la   multiforme vita della “loro” inconsapevole “Via Pal”, che avrebbero conosciuto qualche anno dopo,  leggendo le splendide pagine dell’ omonimo e celebre romanzo di Ferenc Molnar. Era la scoperta, che quasi faceva assimilare le spericolate e furibonde avventure dei ragazzi del quartiere della famosa strada di Budapest del racconto di Molnar, a quelle vissute dai ragazzi del “Tuoro”e  “‘Ncoppa ‘a Teglia “ sulla  “loro” collina di “Gesù e Maria”, annullando distanze e diversità di luoghi e tempi, perché tutto il … Mondo è un … Paese, con le sue bellezze di civiltà e progresso e con le sue nefande violenze, miserie e brutture. E la scoperta del romanzo di Ferenc Molnar, per vari di quei ragazzi di modeste famiglie con poche e scarne possibilità, si accompagnò ben presto  a quella delle appassionate letture delle opere di Riccardo Bacchelli, prime tra tutte “Il diavolo a Pontelungo” e l’indimenticabile e straordinario affresco storico-sociale de  “Il Mulino del Po”, e, a seguire, delle opere di  Cecov, Gogol, Tolstoi, Slataper, Fogazzaro, Verga, Shakeaspeare, Dostoyevsky, Hemingway, Jerome Klapka Jerome, Garcia Lorca, Silone, Nievo e altri ancora, che avrebbero segnato e connotato i loro anni di scuola media e soprattutto delle ”classi ginnasiali e liceali”, incrociando  i classici della Letteratura latina e della Letteratura greca, universali matrici del libero pensare, lasciando un’impronta indelebile nello stile del sobrio vivere e il gusto del bello  che li accompagna da sempre.

LA LETTURA, QUANDO C’ERANO ‘O PRUFESSORE CICIONE’A SIGNORA BARONE

Fu la scoperta, che gli stessi ragazzi fecero insieme e poveri in canna com’erano,grazie alla preziosa opportunità che ebbero di frequentare l’accogliente  Centro di lettura istituito dal Ministero della Pubblica Istruzione e dotato di una ben fornita biblioteca, che era gestito con grande passione e cura  dagli insegnanti  Francesco SBAIANO.  La collina di “Gesu’ e Maria”, ieri e oggi. L’Eremo della Madonna del Soccorso e l’incanto  del paesaggio che resiste …. istituzioni cittadine  per la verve che riversavano nel lavoro didattico che svolgevano nei turni mattutini. Il Centro si frequentava nelle ore serali, alla fioca luce che davano due lampadari in una grande aula da trenta banchi e con tre finestre che si utilizzava nel primo piano del vasto  edificio delle “Elementari, in piazza Francesco Napoletano,avvocato e notaio,figura di integerrimo amministratore comunale a cavallo dell’800 e del ‘900, con vasti interessi culturali, sociali e per la visione cristiana della vita.

Era un edificio, quello delle “Elementari”, realizzato con ottimi materiali all’inizio del ‘900, come era costume e norma per tutte le opere pubbliche di un tempo, costruite sotto l’esclusivo e diretto controllo del Genio civile, articolazione dello Stato che si avvaleva di alte professionalità ingegneristiche e tecniche selezionate con il rigore e con spiccato senso del bene pubblico. Una storia, quella del Genio civile qual è stato, tutta diversa e contraria da quella che ormai rappresentano i cosiddetti Uffici tecnici comunali, collaudati e arcinoti ricettacoli di malaffare e corruzione, coacervo terminale di soprusi e arbitri con cui dalla mala politica è stata distrutta l’etica pubblica. E si distingueva, l’edificio delle “Elementari”, quale complesso auto-sufficiente, con vasti spazi e un’ampia sala polifunzionale da refettorio e per le rappresentazioni teatrali, per la linea architettonica in stile umbertino, affacciato proprio su piazza Francesco Napoletano, dialogando con il palazzo municipale, garbato dirimpettaio che guarda corso Garibaldi.

Era stata per oltre mezzo secolo l’unica testimonianza architettonica d’interesse storico-culturale e di edilizia pubblica di qualità per la comunità locale, ma fu fatta … rimuovere ignobilmente negli anni del dopo-terremoto dell’80.  E per una settimana si dovettero impegnare ruspe, martelli pneumatici e quant’altro di simile, per “eseguire” l’abbattimento del Gigante che non voleva venire giù  e che, però,  avrebbe dato ai solerti ed estetizzanti amministratori del tempo la possibilità di incamerare il corposo finanziamento pubblico di oltre un miliardo delle lire del vecchio conio; investimento destinato a realizzare sull’area di sedime determinata  dalla “cancellazione” dell’edificio, l’allestimento dell’attuale piazza Santo Stefano, come è denominata comunemente, anche se in circa quaranta anni nessuna amministrazione ha avuto cura di deliberare sull’ applicazione della relativa  targa d’intitolazione dedicatoria nella toponomastica locale.

BAIANO.  La collina di “Gesu’ e Maria”, ieri e oggi. L’Eremo della Madonna del Soccorso e l’incanto  del paesaggio che resiste ….Fu una dissennata realizzazione costruttiva fine a se stessa, la nuova piazza ufficialmente sine nomine, che ha reso asimmetrico e sghembo l’assetto complessivo di piazza Napoletano e corso Garibaldi; un’anomalia che si sarebbe evitata, se il palazzo municipale nella fase di intervento di recupero e ripristino funzionale, d cui fu interessato, fosse stato “ricostruito” a ridosso dell’attuale corte-arena, in parallelo con via Santi Apostoli. Era necessario un po’ di buon senso e … di coraggio, per abbordare  qualche esproprio. Ma negli anni della … Cuccagna  post-sismica  c’era tant’ altro a cui dedicarsi, per appagare appetiti e ingordigie senza fine.

  LE PIETRE DELLA MEMORIA E DEL PRESENTE

BAIANO.  La collina di “Gesu’ e Maria”, ieri e oggi. L’Eremo della Madonna del Soccorso e l’incanto  del paesaggio che resiste ….A fare aggio  e premio sull’attuale e poco rassicurante rappresentazione che l’oasi collinare fornisce di sé, c’è, tuttavia,  a mo’ di speranza e confortevole garanzia della sua salvaguardia e tutela , la magnifica realtà dell’Eremo della Madonna del Soccorso, pienamente rigenerato come ambientazione architettonica, con il pregevole programma di restauro sviluppato dalla Soprintendenza nei decenni scorsi; una rigenerazione arricchita e migliorata con costanza quotidiana negli arredi e nelle infrastrutture esterne e interne al seicentesco monumentale complesso, grazie alla cura e all’attenzione che vi prestano le Suore dell’Adorazione. Una operosa presenza di vita, che, al di là della testimonianza di fede, si carica dei forti valori propri della civica benemerenza. Un significativo e nitido messaggio che viene diffuso dalle “pietre vive e parlantidell’Eremo, crocevia di spiritualità e meditazione.  

IL VINCOLO DI TUTELA

Il Ministro per i Beni Culturali e Ambientali,

-vista la legge del 1° Giugno 1919, n° 1089, sulla tutela delle cose aventi interesse storico-artistico:

–Considerato che la chiesa detta di Gesù e Maria di proprietà comunale, sita in Comune di Baiano, N.C.T.F.2. p.llaA ( di cui più ampiamente si dice nell’allegata relazione storico-artistica, costituente parte integrante del presente decreto, all. 2), è sottoposta alle disposizioni di cui alla citata legge 1089/39;

-Considerato che il predetto monumento, posto sulla sommità di una collina coperta di uliveti, si trova in felice connubio con il contesto ambientale che lo circonda, in quanto esso è visibile da tutti i punti della base della collina, il cui ambiente ancora intatto fa ulteriormente risaltare le semplici ed eleganti linee architettoniche del monumento, per cui, insieme considerati, l’edificio architettonico suddetto e la collina su cui sorge, costituiscono un unicum stilistico di notevole valore;

-Considerato ancora che, qualora sulla predetta collina venissero realizzate manomissioni incontrollate, le stesse sarebbero suscettibili di alterare le attuali condizioni di ambiente del monumento nonché, eventualmente, di alterarne le attuali condizioni di prospettive e di luce;

– Considerato che, ai fini della tutela delle condizioni di ambiente, decoro, luce e prospettiva del suddetto monumento è necessario imporre particolari prescrizioni nei confronti degli immobili siti in comune di Baiano e riportati in catasto al foglio n. 2 p.lle 40-41-42-43-52-64-65-66-67-68-185, confinanti con p.lle 38-249-336-321-250-18-215-20-438-440-78-63-187-236-53-186-39- e strada comunale Campimmo, e appartenenti ai proprietari, di cui all’allegato elenco, che costituisce parte integrante del presente decreto;

-Visto l’articolo 21 della predetta legge 1089-39;

DECRETA

Che nei confronti degli immobili sopra individuati vengano dettate le seguenti prescrizioni:

  • Conservazione del sistema di coltura e della vegetazione esistente, costituita da oliveto su terrazzamenti naturali delimitati da muretti di contenimento in pietrame a secco;
  • Conservazione delle strade di accesso nelle dimensioni e conformazioni attuali con la sola possibilità di livellarne il fondo, lasciandolo comunque in terra battuta;
  • Esecuzione di soli interventidi ordinaria e straordinaria manutenzione dei manufatti edilizi esistenti nel rispetto delle loro tipologie;
  • Eventuale realizzazione di nuovi manufatti nel rispetto di un indice di edificabilità pari a 0,01 mc/mq.

Saranno consentiti eventuali interventi pubblici per la sistemazione delle aree esterne adiacenti al complesso, i cui progetti dovranno preventivamente acquisire il parere favorevole della Soprintendenza per i B.A.A.A.S. territorialmente competente.

Il presente decreto sarà notificato in via amministrativa ai proprietari citati nell’elenco allegato, costituente parte integrante del presente provvedimento.

A cura del Soprintendente per i B.A.A.A.S. per le province di Salerno e Avellino, esso verrà quindi trascritto presso la Conservatoria dei Registri Immobiliari ed avrà efficacia nei confronti di ogni successivo proprietario, possessore o detentore a qualsiasi titolo.

 

Roma, lì 23 Luglio 1988               Il Ministro Bono Parrino