Allarme Vesuvio, arriva il patto tra i Sindaci dei Comuni delle zone rosse

Allarme Vesuvio, arriva il patto tra i Sindaci dei Comuni delle zone rosse

Si torna a parlare di allarme Vesuvio. I sindaci delle zone rosse si muoveranno unitamente per far comprendere agli altri enti Enti la priorità che hanno la messa in sicurezza, le infrastrutture e lo sviluppo possibile dei paesi “vincolati e bloccati” dalla legge 21/2003 e per questo adotteranno una condivisa e unitaria delibera nei rispettivi Consigli Comunali, sulla quale stanno già lavorando i tecnici dei comuni. Oggetto delle questioni il Piano Paesaggistico regionale, i condoni a rischio blocco o inapplicati, i mancati vantaggi previsti dalla ormai matura legge 21/2003. «Sono ovviamente soddisfatto dell’incontro con i colleghi sindaci e, direi, ancor più responsabilizzato dalla loro comune volontà di nominare capofila Sant’Anastasia per le azioni politico-amministrative che insieme faremo soprattutto nel seguire da vicino l’iter del Piano Paesaggistico Regionale, unico strumento che attualmente apre uno spiraglio concreto alle questioni dei nostri territori bloccati da tanti vincoli».«Ci unirà – dice Carmine Esposito – un “patto tra sindaci” allo scopo di fare quello che, come sindaci, sentiamo il dovere di fare: mettere in campo azioni per far comprendere la urgente necessità di abbattere i gradi di rischio dei nostri territori. Il Governo e la Regione devono sempre meglio comprendere il diritto che rivendichiamo di garantire ai nostri cittadini di poter vivere in paesi messi realmente in sicurezza. Noi sindaci vogliamo poter realizzare la tutela del territorio dai rischi idrogeologici, vulcanici e sismici; la valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico; lo sviluppo sostenibile dei sistemi di trasporto; la riqualificazione ed il recupero urbano; lo sviluppo territoriale e produttivo; vogliamo veder realizzate quelle opere infrastrutturali e vie di fuga che avrebbero dovuto innalzare i gradi di sicurezza del territorio e permettere un ragionevole esodo in caso di emergenza; potenziare e realizzare attività ricettive adeguate; avviare un sistema virtuoso per la rigenerazione e la riqualificazione edilizia ed urbanistica che, tra l’altro, potrebbe contribuire a rimettere in moto realmente l’economia locale».