Alto Calore, torna sul tavolo l’aumento delle tariffe: in discussione il nuovo schema regolatorio 2024-2029

Alto Calore, torna sul tavolo l’aumento delle tariffe: in discussione il nuovo schema regolatorio 2024 2029

Torna all’attenzione del Comitato esecutivo dell’Ente Idrico Campano lo schema regolatorio 2024-2029 che prevede un consistente aumento delle tariffe del servizio idrico gestito da Alto Calore. La proposta, inserita all’ottavo punto dell’ordine del giorno della riunione convocata per il prossimo 19 dicembre alle ore 13.30, potrebbe portare, a fine periodo, a un incremento complessivo delle bollette pari a oltre il 56%, percentuale che supera il 60% considerando l’effetto cumulativo delle aliquote annuali applicate.

Il piano tariffario prevede aumenti progressivi, con percentuali che si attestano intorno al 10% per ciascun anno iniziale e un rialzo più significativo in una delle annualità centrali del periodo regolatorio. Proprio questi adeguamenti incidono sulla base di calcolo, determinando un impatto finale più elevato per l’utenza.

Il parere favorevole e le proteste dei sindaci

Il rialzo aveva già ottenuto il via libera dal Consiglio di Distretto lo scorso 7 agosto, ma la ratifica era stata successivamente rinviata a seguito delle forti proteste sollevate da numerosi sindaci e comitati civici, soprattutto nel pieno dell’emergenza idrica estiva che ha colpito Irpinia e Sannio.

Ora la questione ritorna sul tavolo decisionale accompagnata da un documento tecnico-politico di grande rilievo, sottoscritto dall’amministratore unico di Alto Calore, Alfonsina De Felice, e dal direttore generale Andrea Palomba.

Il monito di Alto Calore: “Senza adeguamento rischio fallimento”

Nel documento, i vertici della società mettono nero su bianco una posizione netta: senza l’adeguamento tariffario, la gestione corrente non sarebbe più sostenibile. Viene evidenziato il rischio concreto di compromettere il percorso concordatario avviato dall’azienda, con la possibilità di un fallimento e gravi ripercussioni sulla continuità del servizio.

Secondo quanto riportato, l’approvazione delle nuove tariffe rappresenterebbe anche una condizione essenziale per consentire ad Alto Calore di candidarsi a importanti finanziamenti nazionali. In particolare, la società punta a presentare tre macroprogetti infrastrutturali per un valore complessivo superiore ai 130 milioni di euro, nell’ambito del Piano Nazionale di Interventi Infrastrutturali e per la Sicurezza dei Sistemi Idrici (PNIISSI) del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Interventi ritenuti strategici per superare in modo strutturale l’emergenza idrica in Irpinia e nel Sannio.

Le tensioni politiche e il documento dei sindaci

Il tema delle tariffe resta fortemente divisivo. Lo scorso 30 settembre, in occasione della nomina del nuovo amministratore unico dopo le dimissioni di Antonio Lenzi, l’assemblea dei sindaci dei Comuni soci approvò un documento di indirizzo che chiedeva di bloccare l’aumento tariffario nelle proporzioni previste dal nuovo schema, avallando invece un rialzo molto più contenuto, pari a circa il 12% in quattro anni, così come previsto dal piano concordatario originario.

Una soglia che, tuttavia, secondo l’attuale management, non tiene conto dell’aumento dei cosiddetti debiti prededucibili, cresciuti fino a circa 45 milioni di euro tra la presentazione della domanda di concordato (luglio 2022) e l’omologa del novembre 2024.

Una decisione non più rinviabile

Nonostante i progressi registrati dalla nuova gestione, la posizione di Alto Calore resta ferma: l’approvazione dell’adeguamento tariffario viene definita “non più rinviabile” e indispensabile per garantire l’equilibrio economico-finanziario dell’azienda ed evitare l’interruzione del percorso di risanamento.

Il 19 dicembre, dunque, il Comitato esecutivo dell’Ente Idrico Campano sarà chiamato a una scelta cruciale, destinata ad avere un impatto rilevante sia sui conti dell’azienda sia sulle tasche dei cittadini, in un contesto già segnato da criticità idriche e forti tensioni istituzionali.