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Montevergine si conferma ancora una volta cuore pulsante della spiritualità campana. Ogni anno, circa due milioni di fedeli raggiungono il santuario dedicato a Maria Santissima di Montevergine, simbolo di accoglienza, consolazione e speranza. Un numero in costante crescita, che testimonia come il culto verso Mamma Schiavona sia oggi più vivo che mai.
Negli ultimi mesi si è registrato un aumento particolare dei pellegrinaggi a piedi, soprattutto da parte dei giovani. Gruppi di ragazzi, parrocchie e associazioni scelgono di affrontare il cammino verso il Monte come gesto di ricerca interiore, di preghiera condivisa e di appartenenza.
Un faro spirituale in tempi difficili
In questo periodo segnato da incertezze e tensioni globali, la comunità religiosa guidata dall’Abate Riccardo Luca Guariglia sottolinea l’importanza di rivolgersi a Maria come guida e sostegno.
Durante la Santa Messa domenicale delle ore 11.00, celebrata dallo stesso Abate, viene spesso richiamato il valore della preghiera come gesto autentico di pace, capace di restituire luce nei momenti più complessi.
Montevergine luogo giubilare
Nell’Anno del Giubileo della Speranza, la Basilica è stata riconosciuta come luogo giubilare, confermando il suo ruolo di meta privilegiata per pellegrini provenienti da tutta Italia e dall’estero.
Il Santuario, immerso tra le montagne dell’Appennino campano, accoglie ogni giorno:
• gruppi parrocchiali
• movimenti di preghiera
• scolaresche
• famiglie e singoli fedeli
I mesi di maggio e ottobre, tradizionalmente dedicati alla Madonna, restano i più intensi, con celebrazioni, cammini e momenti di meditazione che scandiscono la vita spirituale della comunità monastica.
Il cammino che unisce
Il pellegrinaggio a Montevergine non è solo viaggio di fede, ma esperienza culturale e identitaria. Chi sale al Santuario racconta un percorso fatto di silenzi, panorami, canti, passi lenti e cuori aperti: un cammino che continua a parlare alle nuove generazioni, restituendo il senso profondo del “ritrovarsi”.
Montevergine, ancora oggi, resta montagna dell’abbraccio, dove ogni pellegrino trova una porta aperta e uno sguardo materno che accoglie. 
