Castel di Sangro, calci e pugni a un bimbo di 8 anni fuori da scuola: shock e indignazione tra i genitori

Castel di Sangro, calci e pugni a un bimbo di 8 anni fuori da scuola: shock e indignazione tra i genitori

Un episodio grave e sconcertante è avvenuto nei pressi di una scuola di Castel di Sangro, dove un uomo di circa 40 anni avrebbe aggredito un bambino di 8 anni all’uscita dalle lezioni. Secondo le prime ricostruzioni, tutto sarebbe nato da un semplice diverbio tra bambini durante l’orario scolastico, legato alla rottura di un braccialetto durante il gioco. Un episodio banale, che però si è trasformato in qualcosa di inaccettabile.

Dopo aver ascoltato il racconto del figlio, l’uomo avrebbe raggiunto l’altro bambino nel parcheggio vicino alla scuola, lo avrebbe affrontato e colpito con schiaffi e almeno un calcio all’addome, facendolo cadere a terra. L’episodio sarebbe avvenuto davanti ad altri genitori e compagni di classe, lasciando tutti sotto shock.

Il ricovero e le conseguenze sul minore

Il bambino è stato portato al pronto soccorso dell’ospedale di Castel di Sangro, dove i medici hanno riscontrato contusioni e trauma addominale, con una prognosi di circa una settimana.
Nelle ore successive, però, il piccolo avrebbe mostrato ansia, paura e difficoltà a dormire, rendendo necessario il supporto di uno psicologo infantile.

La denuncia e le indagini

La madre del bambino ferito ha presentato denuncia ai Carabinieri della stazione locale. I militari stanno ascoltando i testimoni presenti e valutando la presenza di telecamere di sorveglianza nella zona.

Nei prossimi giorni entrambi i bambini verranno ascoltati in audizione protetta, alla presenza di specialisti, per tutelare la loro sensibilità.

Non si esclude inoltre che qualcuno abbia ripreso la scena con il cellulare: se il video dovesse emergere, potrebbe rappresentare un elemento determinante nell’inchiesta. Il caso è seguito in coordinamento dalle Procure per i Minorenni di L’Aquila e Sulmona.

La comunità: “Un gesto inaccettabile”

La notizia ha suscitato indignazione e sgomento tra le famiglie e nel territorio.
Sconcerto, soprattutto, per la disproporzione e la gravità del gesto, avvenuto in un luogo che dovrebbe essere protetto e sicuro.

Una comunità che ora attende risposte e giustizia, mentre si stringe intorno al piccolo, nella speranza che possa superare presto non solo le ferite del corpo, ma anche quelle dell’anima.