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Una fitta rete di traffici di hashish e cocaina scuote l’Irpinia. La Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ha chiuso una maxi indagine che vede coinvolte quattro organizzazioni criminali, accusate di aver gestito per anni lo spaccio in gran parte della provincia. Trentadue gli indagati, tra cui Americo Marrone, di Altavilla Irpina, figura già nota alle cronache giudiziarie e considerato il principale punto di collegamento tra i diversi gruppi.
L’inchiesta, coordinata dal pm Anna Frasca e condotta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Avellino, punta a contestare l’associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, in base all’articolo 74 del Testo Unico sulle droghe.
Il primo gruppo: hashish per migliaia di euro
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il primo gruppo composto da sedici persone avrebbe operato stabilmente tra il 2016 e il 2020, facendo di Altavilla Irpina un crocevia dei traffici tra Napoli e l’Irpinia. La droga, soprattutto hashish, arrivava dal capoluogo partenopeo e veniva rivenduta a circa 3.200 euro al chilo. Gli investigatori hanno documentato transazioni da 3 a oltre 20 chili di stupefacente per volta, destinate a rifornire le piazze di spaccio di Avellino, Atripalda, Grottolella e Serino.
Due gruppi per la piazza cittadina
Parallelamente, due ulteriori organizzazioni legate da rapporti diretti con Marrone avrebbero gestito il mercato locale, garantendo forniture costanti di cocaina e hashish. Le attività di spaccio, secondo le ricostruzioni, avvenivano con modalità strutturate e una rete di contatti radicata tra i centri più popolosi della provincia.
Il terzo asse: Irpinia, Napoli e Puglia
Un quarto gruppo invece operava su scala più ampia, muovendo carichi tra Napoli, l’Irpinia e la Puglia. Le carte dell’inchiesta parlano di una cessione di 70 chili di hashish e di un sequestro di oltre 200 chili di sostanza, segno di una filiera criminale ben organizzata e capace di operare su più territori.
Gli indagati avranno ora venti giorni di tempo per chiedere di essere ascoltati o per presentare memorie difensive.
Un’inchiesta, quella della DDA di Napoli, che delinea con chiarezza un fenomeno tutt’altro che episodico: l’Irpinia, un tempo terra marginale per i traffici di droga, si conferma ormai come snodo strategico nelle rotte dello spaccio tra Campania e Sud Italia.
