Napoli, il sangue di Santa Patrizia si scioglie: folla di fedeli a San Gregorio Armeno

Napoli, il sangue di Santa Patrizia si scioglie: folla di fedeli a San Gregorio Armeno

Napoli si è svegliata all’alba con il cuore rivolto a Santa Patrizia, la giovane vergine che la città venera come una delle sue patrone più amate. Come ogni anno, il 25 agosto, il monastero di San Gregorio Armeno si è trasformato in un luogo di preghiera e di speranza, gremito di fedeli accorsi per assistere al prodigio della liquefazione del sangue. Il fenomeno, custodito con cura dalle Suore Crocifisse Adoratrici dell’Eucaristia, si è ripetuto anche quest’anno, rinnovando un legame antico che intreccia fede, tradizione e leggenda. Fin dalle 7 del mattino, migliaia di persone hanno partecipato alle celebrazioni, stringendo tra le mani fazzoletti e santini per toccare la reliquia, nella speranza di ricevere una grazia o semplicemente di custodire una benedizione. Nell’omelia, Monsignor Francesco Beneduce ha ricordato che i santi non appartengono solo al passato, ma continuano ad accompagnare i fedeli: «I santi non smettono mai di operare nelle nostre vite, così come restano vivi i nostri cari defunti».

La vita di Santa Patrizia, nata a Costantinopoli nel VII secolo, è un intreccio di storia e devozione popolare. Nipote dell’imperatore Costante II, rinunciò al matrimonio e alle ricchezze per consacrarsi a Cristo. Con l’aiuto della nutrice Aglaia fuggì a Roma, dove Papa Liberio la consacrò “sposa di Cristo”. In seguito destinò la sua eredità ai poveri e intraprese un pellegrinaggio verso la Terra Santa, interrotto da una tempesta che la portò a Napoli, dove morì giovanissima, a soli 21 anni. La sua breve permanenza lasciò però un segno profondo nella città, che non ha mai smesso di venerarla come protettrice, in particolare delle ragazze da marito.

Nel corso dei secoli, Napoli ha custodito le reliquie di Patrizia prima a Caponapoli e poi, dal 1864, nella chiesa di San Gregorio Armeno, che oggi è il cuore pulsante della devozione. I miracoli attribuiti alla Santa sono numerosi: dal trasudamento della “manna”, una sostanza simile all’acqua che sgorgava dal sepolcro, fino al prodigio della liquefazione del sangue, che avviene non solo il 25 agosto ma anche ogni martedì, segno della sua vicinanza continua al popolo napoletano.

La tradizione popolare tramanda anche la leggenda di un cavaliere malato che, devoto alla Santa, tentò di estrarre un dente dalla sua urna. In quell’istante dal corpo di Patrizia sgorgò del sangue fresco, raccolto in ampolline: da allora, proprio quel sangue continua a rinnovare il miracolo. Oggi come ieri, tra canti, preghiere e campane, il prodigio di Santa Patrizia continua a richiamare a Napoli migliaia di devoti, trasformando il suo giorno in una festa che unisce fede, identità e memoria collettiva.