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di Gianni Amodeo
… fermi tutti, dal Mercato settimanale del giovedì alle Scuole, abbascio ’a via Nova passa ‘o Giro d’ Italia. Nei paraggi del Bellofatto, teatro delle prodezze del Baiano calcio, con l’annesso Palasport Italo Picciocchi, mini-tempio del basket. E l’andare … abbascio, inteso nell’intera configurazione della Circumvallazione, che conserva integra la linearità della sua bellezza di tracciato circolare , per quanto sia stato frammentato e addirittura privato delle splendide alberature dei platani di un tempo, vale per coloro che vivono ‘ncopp’a Teglia, ‘o Tuoro, ‘a Ferrovia, ‘a via r’Avella, via Libertà e ‘a Clinica, i cosiddetti quartieri … alti, mentre il nastro d’asfalto r’a via Nova corre sulla direttrice della Strada statale della 7-bis, l’asse di collegamento tra Capua ed Avellino, evitando l’attraversamento di Corso Garibaldi, nel cuore del centro urbano. Un asse attraversato, giorno e notte, senza soluzioni di continuità, dal flusso compatto e costante di auto, pullman e torpedoni di ogni genere, palese segnacolo di benessere materiale.
… passa ‘o Giro. Ed è Festa di sport, ma soprattutto di gioiosa accoglienza, in omaggio ai valori di sacrificio, lealtà e cristallina emulazione, che per se stessi sono connaturati e sostanziali per tutte le discipline agonistiche, al di là delle modalità con cui si praticano, ma pur sempre con autenticità d’amore e genuina passione, sia nella sfera dilettantistica che in quella strettamente professionistica. Valori, che proprio il ciclismo esprime in pieno e racconta al meglio di sé nel Gran libro della storia dello sport del Bel Paese. Un passaggio in agenda che, tuttavia, gironzola nei coriandoli dei ricordi in flash back, insistenti e tenaci, ri-disegnando la Bari–Napoli, sulla distanza dia 279 chilometri, la quinta tappa della Corsa rosa, che si sviluppò per poco meno di 5 mila chilometri, il più lungo percorso … consegnato agli annali fatti scrivere su carta stampata e raccontare in radio-televisione dalla manifestazione della Gazzetta dello sport…
Era il 26 maggio del 1954 e abbascio ‘a via Nova, intorno alle 15,30 a tenere la guida del passaggio del multicolore gruppo dei corridori in rapida discesa da Monteforte Irpino verso Sperone, Avella, Nola, Marigliano, Pomigliano d’ Arco e Napoli, fu Giovannino Corrieri, messinese, atleta di alto rango e prezioso gregario in gara, vero e generoso … scudiero di Gino Bartali, il dominatore del Tour de France nel 1948. Un anno, quello del ’48 del secolo scorso, segnato da grandi eventi socio- politici internazionali, come l‘istituzione dello Stato d’ Israele, che poneva fine alla millenaria diaspora patita dagli ebrei erranti nel mondo con persecuzioni razziali e religiose di ogni genere, culminate nella terrificante Shoah, e nazionali, come l’affermazione della Democrazia cristiana nelle elezioni del 18 aprile. Un’affermazione di maggioranza assoluta, che avallò e ratificò in esteso e radicato consenso la conseguente grande opzione geopolitica filo–americana e occidentale dell’appena nato Stato repubblicano, secondo il modello della democrazia liberale e del pluralismo parlamentare, nel più generale quadro di alleanza del Patto atlantico, inteso come Nato nell’ Europa mediterranea e centrale.
… e riprendendo il filo, a Napoli, il primo piano spetta al vincitore di tappa che fu il fiammingo Rik Van Steenbergen, passista dalla pedalata super veloce, mentre il vincitore del Giro fu lo svizzero Carlo Clerici, seguito dal connazionale Hugo Koblet. Primo nella speciale classifica degli scalatori delle più ardue vette alpine del Tour, del Giro e della Vuelta di Spagna, ch’è la classifica in cui si legge l’ inconfondibile tara del corridore di verace e autentico valore assoluto, fu Fausto Coppi, unico nel genere, eguagliato negli anni successivi soltanto dai leggendari Charly Gaul, lussemburghese, e Eddy Mercks, belga. La nona tappa della Corsa rosa dello stesso anno fu appannaggio proprio di Giovannino Corrieri .
… sono spiccioli di cronaca, di cui a cavallo degli anni ’40 e ’50, tanti di noi ragazzi avevamo informazione e conoscenza, ascoltando in … raccolto silenzio le cronache sportive pomeridiane di maggio e giugno, diffuse dalla Rai. Era l’ascolto assicurato dall’apparecchio della radio–Marelli che campeggiava sulla bacheca dello stipite di porta che separava alla buona le due piccole sale del Bar ‘e Totonno ‘O viscianese, per l’anagrafe Antonio Conte, proprio di fronte alla secolare Farmacia dei dottori Agostino e Raffaele Masi, con affaccio su Corso Garibaldi.
… in realtà, il calcio giocato en plein air nei siti e piazzali di qualsiasi dimensione, sia con la palla ‘e pezza che con quella gommata dai bizzarri e volteggianti rimbalzi di difficile controllo, ci coinvolgeva senza limiti d’orario ogni giorno, senza trascurare studio e impegni scolastici, mentre ci appassionava e ammiravamo il ciclismo dei passisti e degli scalatori delle vette alpine e dei valichi montani. Erano, il ciclismo e il calcio giocato e quello di serie A, che seguivamo sui giornali e nell’ascolto delle radiocronache, gli unici ed esclusivi approdi di noi ragazzi, quali siamo stati in quegli ormai lontani anni. E del racconto del Giro di quel tempo resta memorabile la radiocronaca di Mario Ferretti, così come l’ascoltammo nel Bar ‘e Totonno ‘O viscianese, il 10 giugno del ’49…
…era il racconto della Cuneo– Pinerolo con vette ancora innevate e protagonista assoluto Fausto Coppi che l’immaginifico cronista di buona Scuola e fine espressività linguistica con forbita ed elegante ricchezza lessicale, qual era appunto Mario Ferretti, che, con la calda voce dell’empito di passione e dell’ammirazione emotiva che provava e viveva all’istante, così annunciò l’impresa che Coppi stava compiendo … Un uomo solo al comando, la sua maglia è bianco–celeste, il suo nome è Fausto Coppi … Il colore bianco-celeste della maglia era identificativo della squadra della Bianchi, l’importante gruppo industriale specializzato nella costruzione di biciclette, per il quale … correva Coppi, il Gran Fostò super -ammirato dai francesi con le splendide cronache si leggevano su L’Equipe … il bel giornale, organizzatore del Tour. Leggerlo era un proficuo e interessante modo, per meglio conoscere la lingua d’ Oltralpe e la sua letteratura…
… spiccioli di cronaca che non esimono affatto dal ricordo ‘e Totonno ‘O viscianese che confezionava gelati con ingredienti allo stato naturale, oggi si direbbe in modalità– bio, rendendone, per così dire, partecipi in visione e presa diretta sia gli avventori d’occasione che i clienti abituali dei biscottati coni-Colussi pieni di gelato, con prezzi variabile da 5 a 25 lire, del vecchi conio pre-euro. E ,del resto, Totonno, spesso e volentieri, proprio presenza di avventori e clienti versava nella girevole macchina d’impasto degli ingredienti utilizzati, essenze e sottili fette di frutti i più disparati, tra cui quelle di limoni e fragole, oltre che delle more nero – rossastre, i gustosi frutti dei gelsi che si coltivavano con la mano esperta della cultura contadina a San Vitaliano e a Marigliano in particolare …
…le biciclette, nell’immediato secondo dopo-guerra e fino alla prima metà degli anni ‘50, sono stato gli unici ed utili mezzi di locomozione di largo uso, in combinazione soprattutto con i mezzi a trazione animale, carrozze, carrozzelle,calessi e carri. Poco più tardi e contestualmente, sarebbero giunti in scena i ciclomotori, per aprire i percorsi alle Lambrette e alle Vespe in crescente utilizzo e diffusione. Era il Bel Paese che cominciava rimettersi in sesto, dopo le tragedie e le devastazioni della guerra. Il Bel Paese delle speranze che rinascevano e del buon fare … lavorando ed emigrando negli States, in Germania occidentale e così via facendo .
… era il contesto, in cui svolgevano una funzione sociale di primo rilievo proprio i laboratori–officine per la riparazione delle biciclette, ma che si potevano anche prendere in affitto– noleggio ad ore. Ed erano tanti quelli che noleggiavano le biciclette anche e soprattutto per ragioni ed esigenze di lavoro, oltre che noi ragazzi. Non era nelle condizioni economiche di tutte le famiglie poter disporre di una… bicicletta. Tutt’altro… Tra i laboratori–officine del territorio figurava quello di Corso Garibaldi, gestito da Francesco Castaldo, che con la famiglia emigrò negli States sul finire degli anni ’50. Un laboratorio, in cui facevano mostra di sé e si fittavano, per lo più bici, pesanti, ma sicure e solide, come quelle prodotte dalla Bianchi e dalla Legnano, ch’era la formazione che aveva in Gino Bartali il prestigioso portacolori e l’intemerato alfiere.
… nel laboratorio– Castaldo s’era formato, come esperto tecnico e fin da ragazzo, Carmine ‘O ciclista, Carmine Napolitano nell’anagrafe cittadina, che, superati i venti anni, aprì il proprio laboratorio–officina ‘ncopp’a Teglia, nelle vicinanze dell’’Esedra r’’a Marunnella ‘e Lourdes -rivestita di bel verde e tante edere con vasca d’acqua corrente-, che saffaccia sull’omonimo slargo. Carminuccio se n’è andato qualche settimana fa, lavorando per un’intera vita, e nella dura fatica della Snia Viscosa, a Napoli. Aveva 89 anni ma era restato ‘ O ciclista di sempre, perfezionandosi al meglio nelle riparazioni e messe – a- posto dei ciclomotori e motoveicoli a tecnologia avanzata, esaurendo le richieste di amici e conoscenti.
… le biciclette che un tempo si fittavano e davano in noleggio per itempi grami e di miseria che si vivevano ora si realizzano in lega di titanio e di carbonio. Sono leggerissime e solidissime, funzionano allegramente con la pedalata … assistita, specie in pianura. Tutt’altro che ‘ o Valico ‘e Chiunzi oppure ‘a Sagliuta ‘e Monteforte, con le due ruote di mezzo secolo fa e passa. Ma non c’è da nutrire alcuna nostalgia.
… sarebbe patetico, finendo nella banalità insignificante …
