Ad Avella circa 350 famiglie in difficoltà: servono interventi oltre il pacco alimentare

Ad Avella circa 350 famiglie in difficoltà: servono interventi oltre il pacco alimentare

Il nostro territorio presenta un agglomerato di famiglie che hanno la loro piena autosufficienza perché legate al reddito di persone dipendenti dalla pubblica amministrazione, perché legate alla redditualità di liberi professionisti o perché titolari di attività commerciali e così via. Ma da un riscontro con l’ufficio demografici ed un confronto con “le assistenti sociali” presenti sul territorio, nonché da notizie provenienti dell’assessore alle politiche sociali, sarebbero presenti nella qualità di residenti ad Avella circa settecento nuclei a disagio economico. Tali dati non sono provenienti da indagine I.S.T.A.T., ma dalla diretta conoscenza delle singole situazioni da parte di terzi ben informati. I settecento nuclei in qualche caso sono composti anche da singole persone e da una “naturale scrematura” nuclei familiari veri e propri sarebbero riconducibili a circa trecentocinquanta. Basterebbe questo ultimo dato di un territorio non densamente abitato, considerando le zone collinari adibite a piantagioni di nocciole e/o di altre piantagioni, per comprendere che il disagio e lo svantaggio di tipo materiale è di un certo spessore. Da qui, a nostro avviso, la necessità di operare un ulteriore ed approfondito monitoraggio dei residenti, al fine di calibrare i bisogni ed operare azioni e progetti finalizzati alla loro risposta.  Ecco perché riteniamo utile nel nostro Comune, una predisposizione di servizi gratuiti per i meno abbienti, che non possono esaurirsi: “nel pacco” del banco alimentare, ma devono andare oltre e predisporre gli Enti pubblici (es. l’amministrazione) e gli Enti privati (Chiesa, complessi conventuali) ad un valido “rinfresco e supporto” del diritto ad una congrua alimentazione ed al rispetto della dignità di chi non può vestirsi adeguatamente, non può curarsi sufficientemente, non può sostenere canoni delle utenze “indispensabili” come acqua e  luce: si faccia qualcosa!
Vincenzo Serpico