“Bombe d’acqua” e “messa in sicurezza” del territorio. Enti montani e comuni, interlocutori per le “pratiche”

“Bombe d’acqua” e “messa in sicurezza” del territorio. Enti montani e comuni, interlocutori per le “pratiche”

E’ laboriosa e particolarmente impegnativa, l’operazione, per definire la mappa dei danni. E saranno necessari vari altri giorni, perché gli Uffici tecnici comunali interessati approntino le schede dello specifico rilevamento, con le connesse risultanze, rapportate al patrimonio demaniale, che fa parte delle disponibilità d’uso degli Enti locali, e al patrimonio immobiliare privato, su richiesta dei proprietari interessati. Di certo, le “bombe d’acqua”, abbattutesi la scorsa settimana sui territori hanno lasciato il segno della devastazione nella rete delle infrastrutture viarie urbane e rurali, nelle reti fognarie e nei sotto-servizi in genere, determinando situazioni di rischio per la pubblica incolumità. Sono situazioni, che si combinano con gli smottamenti e i movimenti franosi, innescati dalla furia dell’acqua nelle aree montane, per le quali si fa avvertire sempre più la pericolosità delle carenze di manutenzione costante ed ordinaria del patrimonio boschivo. Uno stato di dissesto annunciato, ch’è anche la diretta conseguenza dell’espianto sempre più sistematico di alberi di medio ed alto fusto, per l’impianto di noccioleti, economicamente più vantaggiosi nella capacità produttiva, le cui radici del tutto superficiali non favoriscono, però, la tenuta del suolo, accelerando il flusso delle acque a valle.

Nello scenario si inserisce la condizione degli argini degli alvei e dei canali dei regi lagni, crollati o lesionati in più parti, da ricostruire e ripristinare con la necessaria sollecitudine. Complessa appare la situazione degli argini lungo il Clanio, sia nel tratto che attraversa il territorio comunale di Avella, con le criticità di alcuni stabili, costruiti proprio a poca distanza dagli argini, sia nei territori di Roccarainola, Cicciano, Camposano, Comiziano, Cimitile, Nola, in particolare, fino all’area mariglianese-acerrana.

L’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Domenico  Biancardi ha avviato, a sua volta, una serie di contatti con l’assessorato regionale alla Protezione civile e ai lavori pubblici, di cui è titolare Edoardo Cosenza, per analizzare le problematiche generate dagli ultimi eventi e predisporre gli interventi da eseguire, a garanzia della sicurezza pubblica, in ordine allo stato del Clanio, il cui degrado- nell’intero percorso che compie fino a Castel Volturno- non è di oggi, ma di ieri e …dell’altro ieri, con tante cause, dalle omissioni degli Enti locali e degli organi pubblici sovra comunali, per finire alle diffuse “attività” collettive praticate da cittadini e “furbi” imprenditori, connotate dagli “abbandoni” di rifiuti indifferenziati e di materiali di risulta, per finire agli scarichi fognari diretti di case abusive. D’altro canto, la configurazione da predisporre per le ricognizioni d’accertamento, non può “ignorare” lo stato della reale pre-esistenza di alvei e canali dei regi lagni, che nel corso degli ultimi anni sono stati “cancellati” o addirittura “ coperti” con strade in asfalto, per dare “spazio” ad anomale lottizzazioni edilizie nei suoli agricoli contigui; lottizzazioni, com’è prassi consolidata nell’uso, prive di opere infrastrutturali, così come sono richieste dalle leggi in materia.

Né è possibile continuare ad “ignorare” la cementificazione “selvaggia”, che continua a realizzarsi sulle aree collinari, con l’oscenità di villoni di “modello” texano, i ville a schiera e palazzi pluriplano, annullando colture secolari, come gli oliveti, frutteti e…il paesaggio. E, in proposito, considerino gli amministratori locali la condizione delle Langhe di Monferrato, appena dichiarate patrimonio dell’umanità per le laboriose opere di tutela e valorizzazione, con cui sono protette dalle comunità cittadine. E’ la realtà del paesaggio collinare piemontese, in cui, nel segno della cultura sociale trasmessa di generazione in generazione, si coniuga l’armonia del bello di natura con i sani cicli produttivi della viticoltura, orientati – nel rispetto dei principi elementari dell’agronomia- dalla mano esperta del saggio uomo-agricoltore. Il tutto con importanti ritorni lavorativi ed economici, generati dai vini di alta qualità, il cui mercato è …sempre aperto.

   Ai Comuni e alle Comunità montane  spetta la definizione delle mappe dei danni, con l’istruzione delle “pratiche”, dirette ai competenti ministeri per le procedure di riconoscimento dei danni al territorio, a cui vanno commisurati congrui supporti economici, per finanziare l’attuazione di opere e interventi di ordine strutturale, a tutela della sicurezza urbana e per il ripristino funzionale di servizi, sotto-servizi e infrastrutture. Un percorso di carattere prioritario, quello delineato, che impegna direttamente le amministrazioni comunali e la Regione-Campania, per la sfera delle rispettive competenze, disegnando un programma di “governance” efficace e metodico del territorio, con la precipua finalità di assicurare la certezza della manutenzione ordinaria dei siti e delle aree particolarmente sensibili e di maggiore esposizione ai rischi di dissesto. Una prospettiva, per la quale il parlamentare Massimiliano Manfredi, del Partito democratico ed eletto nel collegio di Nola, propone la sottoscrizione della convenzione-quadro della cui osservanza, siano responsabili e garanti tutti i soggetti pubblici territoriali. L’ordinarietà deve essere declinata nel lessico corrente delle amministrazioni locali, per non incappare nella straordinarietà delle emergenze in pianta stabile, che sottopongono la “casse economiche” pubbliche a veri e propri salassi, che comportano aggravi per la fiscalità, di cui “rispondono” tutti i cittadini-contribuenti.

   Per le colture agrarie, il capitolo delle procedure per il riconoscimento delle condizioni di calamità naturale, per effetto delle “bombe d’acqua” e dei nubifragi connessi, è più “difficile” da aprire. Secondo gli esperti del settore, la portata dei danni subiti dalle colture agrarie sarebbe relativa e distribuita in modo difforme sull’area, in cui si rapportano il contesto del Clanio  e quello nolano-mariglianese-acerrano. Sono dati, che meritano verifiche dettagliate e puntuali. Un versante, quello del riconoscimento dello stato di calamità naturale, mirato a fare inserire le colture agrarie danneggiate nel prospetto dei risarcimenti pubblici. Un obiettivo, prefigurato sia dall’on.le Paolo Russo, di Forza Italia ed eletto nel collegio di Nola, con interrogazione parlamentare urgente ai competenti ministeri, sia dall’on.le Massimiliano Manfredi, che con il capogruppo regionale dei democratici, Lello Topo ha indirizzato l’appello al presidente della Campania, Stefano Caldoro, e all’assessore regionale all’agricoltura, Daniela Nugnes, affinché siano varate le necessarie e possibili iniziative di sostegno ai produttori. Appello recepito.