
Londra, 29 luglio 1981 – È una data che ha segnato l’immaginario collettivo e la storia della monarchia britannica: il Principe Carlo, erede al trono d’Inghilterra, sposa la giovane Lady Diana Spencer nella sontuosa Cattedrale di Saint Paul, davanti agli occhi ammirati di tutto il mondo.
Un evento da sogno, seguito in diretta televisiva da oltre 750 milioni di spettatori in 74 Paesi, con oltre 600.000 persone assiepate lungo il percorso reale tra Buckingham Palace e la cattedrale. È stato definito il “matrimonio del secolo”, simbolo di eleganza, tradizione e favola moderna.
Diana, appena ventenne, ha incantato il mondo con il suo abito nuziale in taffetà di seta color avorio, con un velo lungo oltre 7 metri, firmato da David e Elizabeth Emanuel. L’immagine della giovane principessa, timida ma determinata, è entrata nell’iconografia globale, consacrandola icona popolare e simbolo di grazia.
Carlo, allora 32enne, pronipote della Regina Vittoria e primogenito della regina Elisabetta II, apparve emozionato e solenne. L’unione tra l’erede al trono e una giovane aristocratica inglese rappresentava, in apparenza, la perfetta prosecuzione della dinastia Windsor.
La scelta della Cattedrale di Saint Paul, invece che della tradizionale Abbazia di Westminster, fu un segnale chiaro: serviva una cornice più ampia per accogliere i quasi 3.500 invitati, tra teste coronate, capi di Stato e personalità di tutto il mondo.
La cerimonia fu officiata dall’Arcivescovo di Canterbury, e trasmessa con tecnologie televisive d’avanguardia per l’epoca. Ovunque, da New York a Tokyo, da Roma a Johannesburg, milioni di persone rimasero incollate agli schermi. Fu un trionfo mediatico per la monarchia britannica, ma anche l’inizio di una storia destinata a un epilogo meno fiabesco.
Negli anni successivi, il matrimonio tra Carlo e Diana mostrò le sue fragilità. La separazione ufficiale avvenne nel 1992 e il divorzio fu formalizzato nel 1996. Solo un anno dopo, il mondo piangeva Diana, morta tragicamente in un incidente stradale a Parigi.
Eppure, quel 29 luglio 1981, resta una data impressa nella memoria collettiva come il giorno in cui una nazione – e il mondo – sognò ad occhi aperti. Resta uno degli eventi più seguiti nella storia della televisione globale e uno dei momenti più iconici del XX secolo.
Una favola diventata mito, tra luce e ombra, che ancora oggi fa parlare di sé.