“ACCADDE OGGI”. 12 novembre 1927: Stalin prende il controllo assoluto dell’Unione Sovietica

ACCADDE OGGI. 12 novembre 1927: Stalin prende il controllo assoluto dell’Unione Sovietica

Mosca, 12 novembre 1927. In questa data si consumò uno dei passaggi più decisivi del XX secolo: Leon Trotsky, il rivoluzionario che aveva guidato l’Armata Rossa durante la guerra civile russa, venne espulso dal Partito Comunista Sovietico insieme ai suoi ultimi sostenitori. La decisione, formalmente presa dal Comitato Centrale, segnò la fine della lotta interna al partito e l’ascesa definitiva di Joseph Stalin a leader incontrastato dell’Unione Sovietica.

La resa dei conti tra i rivoluzionari

A dieci anni dalla Rivoluzione d’Ottobre, il gruppo dirigente bolscevico era diviso. Da una parte c’era Stalin, segretario generale dal 1922, abile nel costruire una rete di alleanze e nel controllare gli organi del partito.
Dall’altra parte Leon Trotsky, teorico della “rivoluzione permanente” e simbolo del fervore rivoluzionario, che accusava Stalin di burocratizzare il potere e tradire lo spirito del 1917.

Già nel 1925 Trotsky era stato rimosso dal ruolo di Commissario alla Guerra. Ma il 12 novembre 1927 arrivò l’atto finale: l’espulsione dalla formazione comunista insieme ai membri dell’“Opposizione Unificata”, tra cui Zinoviev e Kamenev.

L’inizio dello stalinismo

Con la rimozione di Trotsky, Stalin consolidò il proprio controllo su partito e Stato. Da quel momento iniziò una fase politica dominata dalla centralizzazione del potere, dalla pianificazione economica forzata e da una repressione sistematica del dissenso interno.
Il decennio successivo vide la collettivizzazione delle campagne, la nascita dei gulag e i processi politici contro vecchi compagni di rivoluzione.

Trotsky, costretto all’esilio nel 1929, visse tra la Turchia, la Francia e il Messico, dove nel 1940 venne assassinato da un agente sovietico, Ramón Mercader, su ordine diretto di Stalin.

Un’eredità che segna il Novecento

L’espulsione di Trotsky segnò simbolicamente la fine del pluralismo all’interno del movimento comunista sovietico e l’avvio del regime staliniano, che avrebbe dominato l’URSS fino alla morte del suo leader nel 1953.
Quel 12 novembre 1927 resta dunque una data spartiacque nella storia del secolo scorso — il momento in cui la rivoluzione dei Soviet lasciò definitivamente il posto al totalitarismo stalinista.