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OSLO/WASHINGTON – L’11 ottobre 2002 il Premio Nobel per la Pace viene assegnato all’ex presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter per i suoi “decenni di instancabile impegno nel trovare soluzioni pacifiche ai conflitti, promuovere la democrazia e i diritti umani, e favorire lo sviluppo”. È il riconoscimento internazionale al lavoro svolto dopo la Casa Bianca, attraverso il Carter Center da lui fondato nel 1982 ad Atlanta.
Perché il premio
Il Comitato norvegese sottolinea la doppia traiettoria dell’impegno di Carter:
la mediazione diplomatica, a partire dagli Accordi di Camp David (1978) tra Egitto e Israele che portarono alla pace tra i due Paesi;
la diplomazia umanitaria del Carter Center: osservazione elettorale in decine di Paesi, missioni di mediazione (Haiti, Corea del Nord, Sudan, Etiopia-Eritrea), programmi sanitari globali per l’eradicazione della dracunculiasi (Guinea worm) e il contrasto alla cecità fluviale.
Un ex presidente “mediatore”
Uscito dalla Casa Bianca nel 1981, Carter ha ridefinito il ruolo pubblico di un ex presidente: negoziatore indipendente, facilitatore tra governi e opposizioni, garante di processi elettorali e promotore di diritti civili e libertà religiose. Il premio del 2002 ha anche un valore simbolico nel dibattito internazionale dell’epoca, segnato da tensioni e minacce di nuovi conflitti.
Reazioni e significato
Carter ha dedicato il riconoscimento alle persone e alle organizzazioni impegnate sul campo “per una pace praticata”, lontano dai riflettori. Per molti osservatori il Nobel ha sancito il modello del “private diplomacy”: reti civili e fondazioni capaci di incidere su pace, democrazia e salute globale.
Chi è Jimmy Carter
39° presidente USA (1977–1981)
Artefice dei Camp David Accords; firmò con l’URSS il SALT II (mai ratificato), rilanciò i diritti umani come architrave della politica estera.
Carter Center (dal 1982): pace, elezioni libere, lotta alle malattie della povertà.
A vent’anni di distanza, il Nobel a Carter resta un caso di scuola: la prova che la diplomazia paziente, sostenuta da competenza tecnica e credibilità morale, può cambiare vite e, talvolta, gli equilibri del mondo.
