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20 maggio 1882 – In un’Europa attraversata da tensioni nazionalistiche e rivalità imperiali, viene firmato a Vienna uno degli accordi diplomatici più significativi dell’età moderna: la Triplice Alleanza, patto militare tra Germania, Austria-Ungheria e Italia.
L’intesa, di natura difensiva, fu voluta dal Cancelliere tedesco Otto von Bismarck, con l’obiettivo di isolare la Francia e rafforzare la stabilità del neonato Impero tedesco. Con la firma dell’Italia, il 20 maggio 1882, l’accordo assunse una valenza ancora più ampia, estendendosi a sud del continente e ponendo le basi per una nuova mappa geopolitica europea.
Il trattato prevedeva che:
in caso di attacco da parte della Francia, gli Stati firmatari si sarebbero aiutati reciprocamente;
in caso di attacco da parte di un’altra potenza, vi sarebbe stata una consultazione preventiva.
Sebbene la sua natura fosse difensiva, la Triplice Alleanza modificò gli equilibri internazionali e diede origine al sistema delle alleanze contrapposte, che si sarebbe aggravato nei decenni successivi, fino a esplodere nel 1914 con la Prima guerra mondiale.
La posizione dell’Italia fu sempre ambivalente: alleata sul piano formale con Austria e Germania, ma in forte contrasto con Vienna per le questioni irredentiste (Trentino, Venezia Giulia, Dalmazia). Questo portò l’Italia, nel 1915, a uscire dalla Triplice Alleanza e a schierarsi con l’Intesa (Francia, Regno Unito, Russia), entrando in guerra contro l’Austria-Ungheria.
La Triplice Alleanza segnò un’epoca di diplomazia segreta, giochi di potere e trattati bilaterali incrociati, che rendevano l’Europa un terreno instabile. Il suo scioglimento e la sua crisi furono l’anticamera del grande conflitto mondiale.
A distanza di oltre un secolo, il 20 maggio 1882 resta una data cruciale per comprendere i meccanismi della politica internazionale ottocentesca e le radici profonde della Prima guerra mondiale.
