Muore dopo percosse, perchè non vuole far prostituire la figlia.

Muore dopo percosse, perchè non vuole far prostituire la figlia.

Attimi di terrore, terminati poi nel peggiore dei modi, per motivi davvero molto tristi. Un uomo ha ricevuto delle percosse a sangue per aver difeso la figlia da due uomini, che la volevano far prostitutire. Dopo la sua corsa in ospedale ma purtroppo non è servita a nulla, è riuscito soltanto a denunciare i due uomini, e poi è morto. Questa la storia, come e’ stata ricostruita dalla polizia municipale, dietro l’episodio di violenza avvenuto ieri pomeriggio nel campo rom a Caserta, in seguito alla quale oggi e’ morto M.C., rom di 41 anni. L’aggressione e’ avvenuta intorno alle 18: l’uomo, come la moglie, anche lei ricoverata in ospedale, attualmente in prognosi riservata, viene picchiato per essersi rifiutato di fare prostituire la figlia. Il rom, insieme alla moglie, viene quindi accompagnato al pronto soccorso del Loreto mare dove riferisce ai medici di avvertire un forte dolore ad un braccio. Visitato, gli viene riscontrata una frattura al radio del braccio destro. L’uomo, quindi, chiede di essere dimesso e, dopo avere firmato il registro di uscita fa ritorno all’insediamento. Nel frattempo, gli agenti municipali che avevano avviato le prime indagini accertando quanto era accaduto lo convincono a denunciare i responsabili dell’aggressione. In compagnia della figlia, di 20 anni, il rom si reca negli uffici della polizia urbana e consente di fare identificare i due che lo avevano aggredito. Fermati, G. G, di 43 anni, e N.C., di 44 anni, devono rispondere dell’accusa di riduzione a schiavitu’, sfruttamento della prostituzione e lesioni gravissime. Sono all’incirca le 4 quando il rom esce dagli uffici. Poco dopo, l’uomo avverte forti dolori all’addome e ritorna in ospedale, dove per lesioni interne gravissime viene disposto il suo ricovero. Con il trascorrere delle ore, le sue condizioni si aggravano e nel pomeriggio il quarantunenne muore. In seguito al decesso, l’autorita’ giudiziaria ha disposto il sequestro della salma e l’acquisizione della cartella clinica. Un risvolto dell’episodio che potrebbe cambiare ed aggravare ancora di piu’ la posizione dei due rom arrestati, attualmente detenuti nel carcere di Poggioreale, con l’accusa di omicidio. Questa triste storia, ha avuto però la carcerazione deli due aggressori.