La nuova geografia dei Collegi elettorali. Antonio Vecchione: “Occorre promuovere un pubblico dibattito”

La nuova geografia dei Collegi elettorali. Antonio Vecchione: Occorre promuovere un pubblico dibattito

 

La nuova geografia dei Collegi elettorali. Antonio Vecchione: Occorre promuovere un pubblico dibattitoCarissimo Felice, ti spedisco un mio commento sui collegi elettorali. Il tuo giornale può far molto per promuovere un pubblico dibattito, assolutamente necessario. Purtroppo la comunità è stata lasciata fuori da questo dibattito. Dispiace che i sindaci, rispetto a una decisione storica, che potrebbe dare una svolta positiva al nostro territorio, non abbiano sentito il dovere di informare e coinvolgere i cittadini. Un comportamento stridente con la politica vera, quella concreta, che si occupa della vita della gente. Il risultato è un disinteresse diffuso. In questi giorni, da cittadino attivo, ho cercato di conoscere le opinioni di molta gente. Ebbene la maggior parte ignorava l’argomento e i pochi al corrente facevano fatica a prendere posizione o non ne avevano voglia. “Non serve a nulla che io mi esprima”, la risposta, ”tutto rimarrà come prima”. E’ ulteriore prova di sfiducia nei politici e nelle loro inutili battaglie, disgiunte dai problemi reali e finalizzate soltanto a migliorare (lo affermo in buona fede) le proprie posizioni strategiche rispetto allo scacchiere politico. Che tristezza! Da inguaribile idealista sogno una comunità interessata che partecipa, discute, controlla, giudica, contribuisce, interviene con coraggio. Invece lo spettacolo è sempre desolante e “farsi i fatti propri” è l’arma popolare ritenuta più efficace per i propri vantaggi. Ma io voglio essere ottimista; comunque abbiamo una classe dirigente preparata intellettualmente e in grado di dare significativi contributi alla crescita morale, sociale e culturale del territorio. Io spero che, grazie alle tue iniziative giornalistiche, facciano sentire la loro voce.

Antonio Vecchione

Invito ai sindaci Qualche settimana fa abbiamo assistito a un dispiegamento di forze senza precedenti contro la decisione di trasferire il territorio baianese dal collegio di Avellino, Campania 2, a quello di Nola – Pomigliano, Campania 5 (decreto Italicum). Sono scesi in campo i sindaci dei sei comuni mandamentali, l’onorevole D’Agostino (scelta civica, maggioranza), l’onorevole Sibilia (M5S, opposizione), Vincenzo Alaia, neo eletto consigliere regionale di maggioranza, i consiglieri provinciali e altri personaggi impegnati in politica a vario titolo (oltre ad alcuni giornali di parte). Rivendicazione della “nostra identità irpina”, potenziale perdita di “agibilità politica” e rischio di “emarginazione”: questi gli argomenti a sostegno della protesta. Io, da semplice cittadino che ha a cuore le sorti del nostro territorio e preoccupato del suo evidente declino, ho ritenuto esagerata, intempestiva la reazione e per alcuni aspetti falsa e mi permisi di consigliare pubblicamente ai sindaci una riflessione approfondita sul tema coinvolgendo le forze sociali. La domanda che ciascuno dovrebbe porsi prima di emettere sentenze è: questo trasferimento come inciderà sul futuro del nostro territorio? Positivamente o negativamente? Personalmente ho sempre pensato che l’Unione dei Comuni sia la nostra speranza per il futuro, il nostro bene prezioso, il nostro “capitale” di investimento. La permanenza nella provincia di Avellino è irrilevante per lo sviluppo; è più importante far Sistema, trovare sinergie tra i sei comuni, valorizzare la nostra storia e le nostre radici (non quelle Irpine, millantate e inventate da gente interessata e ignorante, ma quelle vere del nostro territorio che finalmente stanno emergendo con la rinascita e il rilancio di Avella). Un invito, dunque, con la forza dello stare insieme, ad avere coraggio, ad affrontare il mare aperto della novità, ad accettare sfide nuove, a percorrere altre strade, a misurarsi in contesti più ampi e potenzialmente più ricchi di prospettive, anche nella considerazione che la Provincia di Avellino è stata per noi il “Nulla assoluto” (né ci sono possibilità di sviluppi positivi in futuro, dal momento che non ci sono significativi progetti). Purtroppo il mio pubblico invito è rimasto inascoltato. La voce di un semplice cittadino conta poco o niente. Ed ecco che l’armata è andata allo scontro con la commissione governativa per ottenere il ritorno a “casa”. Il risultato? Disastroso. Una catastrofe. Abbiamo combattuto per conservare il “Nulla” e ci hanno tolto l’unico bene prezioso che avevamo: la compattezza territoriale. Infatti Avella e Sperone restano nel collegio Campania 5 (Nola e Pomigliano) e Baiano, Mugnano, Sirignano e Quadrelle tornano a Campania 2 (Avellino). Abbiamo ancora una volta verificato che questo negletto territorio conta zero. Che dire? Se il risultato è questo, certamente la strategia è stata errata. E’ del tutto evidente che le nostre istanze siano state affidate a gente non all’altezza o poco interessata. Si ha l’impressione che chi ha deciso sia completamente all’oscuro della nostra realtà, altrimenti non avrebbe commesso questo clamoroso errore. Da qui il mio secondo appello ai sindaci, sempre da semplice cittadino, con sintomi di delusione e scoraggiamento: questa ultima decisione è veramente una violenza fatta al nostro territorio (non quella precedente). Non è tempo di indugiare; occorre serrare le fila, dimostrare la compattezza del territorio e mettere in campo contro questa follia forme di protesta urgenti, forti, efficaci e, soprattutto, unitarie. Se nelle “segrete stanze” della politica esiste ancora il “buon senso”, ritengo sia possibile recuperare la nostra Unione. Lo spero vivamente e sarò il primo a esservi riconoscente per l’impegno che vorrete profondere.

Antonio Vecchione