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di Stefanina Belloisi
Tra le espressioni più raffinate di valorizzazione del nostro patrimonio storico e culturale, questa nuova pagina su “Dimentichiamo il Baianese “Costrui…Amo la Città di ABELLA”, curata dall’architetto Angelo Piciullo, rappresenta un contributo di alto valore storico-artistico e identitario. L’architetto Piciullo, da sempre si distingue come interprete raffinato e visionario del patrimonio storico-architettonico baianese, capace di trasformare ogni edificio in una narrazione culturale, ogni facciata in una pagina da leggere e custodire. Con la consueta sobrietà e rigore interpretativo, con sguardo acuto e sensibilità rara, l’architetto ci conduce e ci illumina alla riscoperta del Palazzo Masucci, un frammento prezioso del patrimonio baianese. Quest’opera novecentesca si svela non solo come edificio storico, ma- nel silenzio del suo decoro- cela un articolato linguaggio di palinsesti simbolici: accenni alla Massoneria, cicli allegorici e tracce di un linguaggio filosofico-esoterico affiorano in una facciata che racconta, con discrezione e profondità, la complessità di un’epoca. Ancora una volta, Angelo Piciullo si conferma interprete profondo, attento e appassionato del patrimonio storico-culturale baianese, capace di restituirci — attraverso la lente raffinata della cultura e della sensibilità storica — ciò che abbiamo sotto gli occhi ma non sempre siamo in grado di vedere. La sua è un’opera di custodia, di interpretazione, ma anche di restituzione collettiva: un gesto di autentico amore verso la storia e l’identità del nostro paese.
Un sentito ringraziamento e gratitudine vanno all’architetto Angelo Piciullo, a nome dell’intera comunità baianese, per il prezioso contributo culturale e professionale che continua instancabilmente a donare e per l’opera incessante di valorizzazione e custodia del nostro patrimonio. Il suo lavoro ancora una volta, non è semplice restituzione storica, ma gesto di cura, atto di coscienza civile e culturale.
Non mi dilungherò oltre: lascio all’attento, curioso ed estimatore lettore la bellezza e il piacere della scoperta, nell’addentrarsi e assaporare questa pagina così preziosa per la storia e l’identità di Baiano, unica nel suo genere.
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Palazzo Masucci: Un Viaggio tra Simboli, Stagioni e Massoneria
a Baiano.
a cura di Angelo Piciullo
Nei piccoli centri abitati, lontano dal frastuono delle grandi metropoli e dai riflettori del turismo di massa, si celano talvolta tesori architettonici e culturali inaspettati. Troppo spesso si è portati a credere che solo le città rinomate possano offrire qualcosa di significativo, e così, camminiamo ogni giorno accanto a edifici straordinari senza nemmeno rendercene conto.
A Baiano, lungo il corso principale e a pochi passi dalla storica Chiesa di Santa Croce, sorge Palazzo Masucci. A prima vista, potrebbe apparire come un edificio comune, ma chi si ferma a osservarlo con attenzione scopre che cela un universo di figurazioni, significati e bellezza in attesa di essere esaminato con attenzione.
Un dettaglio significativo è che la facciata del Palazzo e quella della vicina Chiesa furono entrambe decorate, negli anni Trenta del Novecento, dallo stesso abile stuccatore. Questo particolare colloca l’opera in un periodo storico preciso: l’Italia fascista, un’epoca segnata da un rigido controllo ideologico, ma anche da correnti culturali sotterranee che riuscivano a trovare espressione dove meno ci si aspettava. Anche Baiano, apparentemente lontana dai grandi centri del potere culturale, divenne teatro di queste influenze. La decorazione simbolica di Palazzo Masucci si configura così come un atto di resistenza silenziosa, un linguaggio cifrato destinato a chi possiede la capacità di osservare oltre l’apparenza. Fu il proprietario, Antonio Masucci, a desiderarla fortemente, affidandosi al talento raffinato del decoratore Vincenzo Ferrara.
Un Manifesto Inciso in Facciata
La facciata del Palazzo Masucci non è una semplice decorazione; è un vero e proprio manifesto simbolico, un’opera didattica che parla attraverso l’arte. Qui si fondono armoniosamente elementi naturali e allegorici, riferimenti classici e, in maniera sorprendente, simboli esoterici, in particolare legati alla Massoneria.
L’intero prospetto, di grande pregio ornamentale, è decorato con scene che rappresentano il ciclo delle quattro stagioni: Primavera, Estate, Autunno e Inverno. Ogni stagione è una potente e singolare raffigurazione del ciclo della vita: la rinascita, la crescita, il declino e, infine, il riposo. Un dettaglio affascinante è l’intelligente articolazione decorativa delle stagioni, rappresentate da figure femminili raffigurate in stucchi in rilievo.
Queste configurazioni sono collocate sulle piattabande dei balconi del primo e del secondo piano. Al primo piano, l’ordine delle stagioni segue il tradizionale ciclo naturale: Primavera, Estate, Autunno e Inverno. Al piano superiore, invece, è invertito, iniziando con l’Inverno e terminando con la Primavera. Questo capovolgimento non è solo una scelta stilistica, per evitare l’effetto ripetitivo e quindi ridondante, ma un messaggio profondo che invita a riflettere sulla ciclicità del tempo e sulla continua trasformazione che caratterizza la natura e la vita umana.
Oltre l’Immaginario Comune: Un’Interpretazione Inedita delle Stagioni
Fin da piccoli, abbiamo imparato a rappresentare le stagioni con figurazioni legate al ciclo naturale: fiori per la primavera, il sole per l’estate, foglie che cadono per l’autunno, la neve per l’inverno. Sulla facciata del Palazzo Masucci, invece, assumono un significato ben più profondo e insolito. Qui, ogni stagione è sì legata alla natura, ma è anche un’allegoria esoterica, carica di simboli filosofici e massonici.
Le figure femminili che le rappresentano non sono semplici decorazioni: ognuna è portatrice di messaggi profondi, un invito a guardare oltre il visibile. Esse ci guidano alla scoperta di una dimensione nascosta e spirituale del tempo, del cambiamento e del ciclo della vita: una realtà simbolica tutta da decifrare. Questa straordinaria interpretazione delle stagioni costituisce un unicum nel panorama dei palazzi storici. Un’opera di eccezionale valore artistico e concettuale, capace di trascendere la bellezza estetica per farsi veicolo di riflessione, conoscenza e meraviglia.
Simboli da Decifrare: Il Linguaggio Segreto della Massoneria
Ciò che rende inconfondibile quest’allestimento è la presenza discreta, eppure potente, di simboli massonici. La Massoneria, da sempre, cela i propri insegnamenti dietro immagini, architetture e allegorie. In molti edifici storici, questi simboli compaiono isolati, quasi come segni lasciati a margine, talvolta inseriti senza un disegno unitario.
Qui, invece, accade qualcosa di raro: i simboli sono predisposti con cura all’interno di una precisa idea progettuale. La squadra e il compasso, le colonne, il tempio, la scacchiera: ogni elemento dialoga con gli altri, come parte di un linguaggio coerente. Questo linguaggio segreto trasforma la facciata in una lezione silenziosa, destinata a chi ha occhi attenti e spirito curioso. La sua funzione è quasi pedagogica: non offre risposte immediate, ma invita a interrogarsi, a cercare, a riflettere.
Le Stagioni, Una per Una: Un Ciclo Iniziatico
Primavera
La Primavera è rappresentata da una figura femminile dai capelli ricci raccolti, il volto serio, quasi austero, e lo sguardo fermo. In mano tiene la squadra e il compasso, strumenti centrali della simbologia massonica: non solo utensili da lavoro ma emblemi dell’ordine cosmico e della ricerca interiore. La sua postura composta trasmette equilibrio e intenzione, come se custodisse una verità pronta a svelarsi. Alle sue spalle si apre un paesaggio urbano complesso, con case-torri, mura e un ponte che collega le due sponde di un fiume, simbolo
ancestrale di passaggio e trasformazione. Sul lato destro, alberi rigogliosi annunciano il ritorno della vita e della luce. Il ponte, in particolare, è carico di valore iniziatico: collega due mondi, due stati dell’essere, proprio come la primavera congiunge la fine del ciclo invernale alla rinascita.
Estate
L’Estate è una figura immersa nel movimento: il suo abito fluttuante dalle maniche ampie sembra seguire il ritmo della lira che suona tra le mani. La lira è simbolo di armonia universale, di bellezza e vibrazione, qualità centrali nel pensiero massonico, dove musica e architettura sono spesso metafore della costruzione del sé. La fanciulla è incorniciata da due colonne singole, chiaro riferimento alle colonne massoniche Boaz e Jachin, guardiane dell’ingresso al Tempio e simboli di forza e stabilità. Accanto a lei compare una pergamena, ulteriore elemento iniziatico, emblema della trasmissione del sapere esoterico. Il paesaggio alle sue spalle è interamente architettonico: un maestoso tempio esastilo con cupola, sormontato da un sole dominante, si staglia al centro della scena. Davanti al tempio, una piazza pavimentata a scacchiera, uno dei simboli più potenti della Massoneria, che rappresenta la dualità (luce e ombra, spirito e materia) e il cammino dell’iniziato tra le forze opposte della vita. Il suo sguardo è rivolto verso il basso, in direzione del passante: un invito silenzioso a fermarsi, osservare e riflettere, come se fosse custode di una verità accessibile solo a chi osa interrogarsi.
Autunno
L’Autunno appare come una giovane donna dai capelli lunghi, lasciati liberi sulle spalle, che accoglie tra le braccia, con gesti colmi di tenerezza e protezione, una colomba. Questo gesto dolce assume un significato spirituale: la colomba è simbolo di pace, anima e rivelazione, e qui rappresenta la delicatezza del passaggio, la necessità di accettare la trasformazione con consapevolezza. Lo sfondo è scarno ma vibrante: un volo di uccelli migratori attraversa il cielo sopra una solitaria casa posta su un lieve rilievo, immagine di isolamento e rifugio. Questo paesaggio evoca la solitudine del bilancio, la pausa riflessiva prima dell’inverno. È il tempo del raccolto, ma anche dell’introspezione. Sebbene meno esplicitamente legata alla simbologia massonica, la scena riflette un momento di meditazione e silenzio, elementi centrali nel percorso iniziatico.
Inverno
L’Inverno è raffigurato come una figura composta, vestita con abiti pesanti, a maniche lunghe e collo alto, le mani nascoste in un possente scaldamani. Quest’oggetto diventa simbolo di calore interiore, protezione e fuoco nascosto, che resiste al gelo e prepara silenziosamente la rinascita. Lo sguardo austero e fiero rafforza l’idea di fermezza e raccoglimento. Un copricapo, perfettamente integrato con la capigliatura, completa la figura, accentuando l’idea di un’energia trattenuta, di una regalità silenziosa. Alle sue spalle si stende un paesaggio invernale: abeti sempreverdi, simbolo di continuità della vita anche nei momenti più bui, e un lungo ponte su archi, che collega idealmente l’inverno alla primavera. Anche qui, il ponte ritorna come simbolo massonico e spirituale di passaggio e trasformazione.
Nel complesso, le stagioni scolpite sulla facciata del Palazzo Masucci compongono un ciclo iniziatico e simbolico, fortemente influenzato dall’immaginario massonico. Ognuna rappresenta una fase del cammino dell’individuo: dalla scoperta e progettazione (Primavera), passando per la realizzazione e l’armonia (Estate), alla riflessione e accettazione del mutamento (Autunno), fino alla conservazione e preparazione al nuovo ciclo (Inverno). Non è solo arte decorativa: è un invito a non limitarsi all’apparenza, ma a penetrare nei significati nascosti del tempo, della natura e dello spirito umano.
Guardiani Mostruosi
Un altro dettaglio notevole, e notevolmente affascinante, è la presenza di figure scolpite nelle chiavi delle lunette, proprio sotto i balconi del secondo piano. Si tratta di creature ibride e inquietanti: animali con tratti umani e con sguardi ferini, tutti accomunati da espressioni grintose e minacciose. Tra queste spiccano un leone e un maiale, entrambi raffigurati con le fauci spalancate e i denti in vista.
Queste figure mostruose non sono semplici ornamenti; sono guardiani apotropaici, posti a difesa dell’edificio contro le influenze maligne. La loro presenza richiama un’antica tradizione simbolica, in cui il brutale e il sacro si fondono per proteggere ciò che è nascosto, ciò che è prezioso. Sono volti feroci, scolpiti per ammonire, per inquietare, per vegliare. Anche questi guardiani sono parte di un racconto affascinante scolpito sull’intera facciata.
Una Ringhiera Carica di Significati
A completare questo ricco discorso simbolico, si distende lungo il primo piano del palazzo una lunga e raffinata ringhiera in ghisa che unisce visivamente i quattro balconi, quasi a volerli connettere in un unico racconto continuo. La lavorazione è intensa, minuziosa, di grande valenza artistica, e porta con sé un messaggio che va oltre il puro decoro: al centro spicca il Nodo di Salomone a otto intrecci, chiara allusione all’infinito, all’unione degli opposti e all’armonia universale. Il nodo avvolge una stella a otto punte, simbolo carico di significato esoterico, spesso legato all’equilibrio cosmico, alla rinascita e alla luce interiore.
L’intero motivo centrale è incorniciato da foglie di acanto stilizzate, elemento classico dell’arte decorativa, ma qui reinterpretato in chiave allegorica come emblema della vita eterna e della conoscenza iniziatica. Alla base della ringhiera corre, lungo tutto il perimetro, una greca di forma quadrata che conferisce ordine, rigore e continuità visiva. Questo motivo geometrico, caratterizzato da linee che si ripetono in modo continuo, incarna l’idea dell’infinito e dell’eternità.
Una Lezione Incisa nella Pietra
Il Palazzo Masucci non è solo un edificio; è una testimonianza eloquente di come l’architettura possa raccontare storie e nascondere significati profondi. La sua facciata, con il ciclo delle stagioni e i simboli massonici, è una porta verso un mondo di messaggi, pronto ad essere scoperto da chiunque si fermi un momento ad osservare con attenzione. È un invito a un viaggio nel mistero e nella storia di una straordinaria e singolare composizione architettonica e ornamentale.




