SANT’ANGELO dei LOMBARDI. Del Mercatino dell’usato solo proclami, ma non c’è l’ombra.

SANTANGELO dei LOMBARDI.  Del Mercatino dellusato solo proclami, ma non cè lombra.

Che fosse l’ennesima presa in giro, i recenti proclami circa la attuazione a Sant’Angelo dei Lombardi del mercatino del baratto e dell’usato che doveva svolgersi in Piazza de Sanctis, forse i cittadini se lo aspettavano. Un appuntamento che come diffuso anche da qualche organo di stampa era fortemente voluto dall’amministrazione locale, per raggiungere un duplice scopo, quello di favorire l’aggregazione della cittadinanza e proporre momenti di incontro, per i cittadini.  La rabbia, ma allo stesso tempo un sentimento di tristezza e di forte delusione  che circolava tra la maggior parte della popolazione hanno fatto spazio con il trascorrere del tempo alla rassegnazione. “L’incoerenza, dei proclami e delle false promesse, oltre ad offendere le intelligenze della nostra gente, è chiaro che  si oltrepassa il senso del ridicolo, la nostra comunità non se lo merita”. E’ ciò che ci riferisce un abitante del posto”.  Per i Santangiolesi quindi, una totale presa in giro. L’iniziativa certamente lodevole, se attuata, era nata già lo scorso anno, e doveva consolidarsi nel tempo, invitando sempre più persone ad aderire al momento aggregativo. Si poteva sfruttare l’avvenimento anche per dare un tocco di aria alle attività commerciali ma non si è fatto. è stata lasciata abbandonata, come del resto tutta la Città in giornata come il 25 Aprile, senza nemmeno un festeggiamento. Un appuntamento storico per la nostra Italia, a maggior ragione quest’anno in occasione del 70esimo anniversario. Il nostro Presidente della Repubblica disse: “La Liberazione è una festa di libertà e di speranza che ricorda quel che abbiano conquistato grazie al sacrificio di tanti”.  A Santangelo però non ci sono stati cortei, banda e gonfaloni a celebrare la ricorrenza, nemmeno il mercatino annunciato. L’amministrazione completamente assente per il resto forse era un giorno come un altro. Custodire una memoria viva della nostra liberazione significa trasmettere un’esperienza soprattutto ai nostri giovani, nella nostra memoria è ben chiaro il valore resistenziale di quel rifiuto di cedere all’esercito nazista che ufficiali e soldati del rinato Esercito italiano opposero fino a pagare il prezzo della vita. Il disimpegno non vale per tutte le amministrazioni anzi, in molti altri Comuni non sono mancati piccoli segni per ricordare la Liberazione.

Francesco Di Crescenzo