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Napoli-Dopo la denuncia dei genitori di un giovane straniero operato all’ospedale Cardarelli in seguito a un incidente stradale, e il clamore che ne è seguito sui social, arriva la risposta ufficiale della direzione sanitaria.
In una nota diffusa ieri, l’ospedale ha respinto con decisione le accuse di malasanità, chiarendo che quanto accaduto «non rappresenta un caso di cattiva sanità, ma un iter post-operatorio complesso, caratterizzato da una grave infezione, purtroppo non rara in pazienti di questo tipo».
«Innanzitutto una premessa – si legge nel comunicato – non si può che restare sorpresi da come un’attenzione perdurante e scrupolosa verso un paziente fragile e in difficoltà sia oggetto di un totale ribaltamento della realtà, in cui, senza una preventiva e opportuna verifica dei fatti, il più grande ospedale del Sud finisca per essere esposto alla gogna social, sotto l’abusato e improprio termine di malasanità».
La direzione precisa che «quello raccontato dai genitori del ragazzo non è un caso di malasanità, ma un decorso clinico reso difficile da una grave infezione, che la letteratura scientifica riconosce come complicanza possibile».
Secondo i dati citati dal Cardarelli, infatti, «la percentuale di casi in cui le infezioni possono sopraggiungere dopo interventi di questo genere può raggiungere il 30% e richiedere lunghi trattamenti antibiotici o operazioni ripetute nel tempo».
L’ospedale aggiunge che «nonostante le continue cure e l’assistenza garantite tuttora al paziente, la situazione clinica resta critica anche a causa delle condizioni di salute pregresse del ragazzo».
Nei giorni scorsi, i genitori si erano rivolti all’Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) del nosocomio, che ha confermato la regolare presa in carico del caso e assicurato ai familiari tutte le informazioni richieste.
La direzione conclude la sua replica rinnovando la fiducia nel lavoro del personale medico e infermieristico, sottolineando che il Cardarelli continuerà a garantire «massima trasparenza e impegno verso ogni paziente, specie nei casi più complessi».
La vicenda resta sotto osservazione, in attesa di eventuali ulteriori accertamenti, ma per la direzione sanitaria «si è trattato di una complicazione clinica, non di un errore».
