Piano di Zona A6, disastro totale: Alaia esplode di rabbia

Piano di Zona A6, disastro totale: Alaia esplode di rabbia

«Basta con burocrazia e abbandono, qui la gente soffre!»

Qui non siamo davanti a una semplice inefficienza. No.
Qui siamo davanti al fallimento totale di un sistema che dovrebbe proteggere i più fragili e invece li lascia affogare. Il Piano di Zona Sociale A6 – Baianese e Vallo di Lauro – è diventato un colabrodo, una struttura che perde acqua da tutte le parti mentre anziani, disabili e famiglie in difficoltà vengono abbandonati a sé stessi.

E allora sì, Salvatore Alaia, due volte sindaco di Sperone, stavolta ha perso la pazienza. È esploso. Ha sbattuto i pugni sul tavolo e ha detto quello che nessuno ha il coraggio di dire:
«Non potete lasciare le persone sole, la burocrazia non può diventare una scusa per calpestare la dignità umana!»

Alaia è furioso, e ha ragione.
Da mesi i servizi arrancano, le risposte non arrivano, i tempi si allungano, le famiglie vengono rimpallate da un ufficio all’altro come se fossero pacchi. E nel frattempo chi ha davvero bisogno resta intrappolato in una solitudine che – dice Alaia – è «la nuova malattia sociale, la più crudele, figlia dell’egoismo moderno».

E ha ragione.
Perché quando un anziano aspetta un’assistenza che non arriva, quando una persona con disabilità resta senza servizi essenziali, quando chi non ha risorse vede negato ciò che gli spetta, allora siamo davanti a qualcosa che non è più solo inefficienza: è una vergogna.

E mentre il Piano di Zona si incarta nei meandri della burocrazia, nelle carte, nelle riunioni, nei “vediamo la prossima settimana”, Alaia urla quello che molti pensano ma nessuno dice:
«Le persone non possono aspettare! Qui serve umanità, non timbri!»

Il messaggio è chiaro, potente, diretto.
Un messaggio in pieno stile Funari:
senza peli sulla lingua, senza giri di parole, senza paura.

E stavolta – c’è da dirlo – la voce arrabbiata di Alaia è la voce di tutti quelli che da questo sistema si sentono dimenticati.**

Se non si cambia registro, presto non resterà più nemmeno qualcuno disposto a denunciare. Solo silenzio. Solo solitudine. Solo ingiustizia.**

«Muovetevi! Perché la gente non può più aspettare!»