Petracca sul terremoto dell’80: “Nulla lasciava presagire l’inferno, un boato di polvere e poi il silenzio cupo di morte”.

Petracca sul terremoto dell80: Nulla lasciava presagire linferno, un boato di polvere e poi il silenzio cupo di morte.

Il ricordo di Maurizio Petracca di quel terribile giorno di 40 anni fa.

“Di quella sera di fine novembre ho un ricordo nitido. Avevo quasi 13 anni. Nella mia memoria c’è la luna rossa e poi le temperature quasi estive di quella domenica. Nulla lasciava presagire l’inferno.

Novanta secondi, tanto durò la scossa. Un boato di polvere e poi il silenzio cupo di morte. L’alba del giorno dopo restituí la distruzione. Di case, chiese, paesi e comunità. Oggi quarant’anni fa.

Poi seguì la solidarietà. Gli aiuti. La mobilitazione nazionale ed internazionale. E la ricostruzione. Scelte, alcune giuste e altre meno. L’errore fu decidere in alcuni casi di cancellare le radici e disperdere l’identità. Ma oggi è il giorno della Memoria. Per le quasi tremila vittime, per le loro vite spezzate, per le famiglie disgregate, per le case profanate ed i legami andati in frantumi.

Oggi è giusto ricordare con commozione ed intensità. Domani sarà già il giorno utile per continuare nell’impegno, per onorare i morti e dedicarsi al bene dell’Irpinia”.