Ospedale Moscati: la rabbia dei medici

Ospedale Moscati: la rabbia dei medici

Ospedale Moscati: la rabbia dei mediciSette medici non bastano, Regione lontanissima dalle esigenze del territorio. Dopo il confronto in Prefettura di martedì scorso con il sub commissario Morlacco il sindacato dei medici passa all’attacco denunciando le carenze d’organico esistenti alla Città ospedaliera.
«Ieri mattina – dice il dottor Vincenzo Arbucci, Segretario Aziendale ANAAO-Assomed e il Vice Segretario Regionale, Dottor Nicola Acone – abbiamo partecipato all’incontro tra le organizzazioni sindacali, il direttore generale della A.O.R.N. San Giuseppe Moscati di Avellino dottor Giuseppe Rosato e il sub-commissario regionale alla sanità Mario Morlacco, promosso con disponibilità e consapevolezza presso la prefettura di Avellino dal Sua Eccellenza il Prefetto Umberto Guidato, che ringraziamo. Il sub-commissario ha reso subito chiaro il suo apprezzamento per l’impegno della azienda Moscati a rispondere alle esigenze di assistenza dei cittadini e riconosciuto che la situazione di carenza di organico è assolutamente drammatica. Di fatto ha però argomentato che i vincoli del piano di rientro non possono rispondere a pieno alle legittime aspettative degli operatori della A.O.R.N. San Giuseppe Moscati di Avellino, che in questa prima fase sarà autorizzata in tempi brevissimi (alcuni giorni) alla assunzione di sette dirigenti medici in reparti devoluti all’emergenza, in attesa di poter reclutare infermieri e tecnici in tempi successivi. Riteniamo che tale disponibilità sia lontanissima dalle reali esigenze della popolazione Irpina e del personale del Moscati».
I rappresentanti dei medici fanno “l’elenco della spesa” spiegando che per poter ridurre le condizioni di emergenza in termini appena realistici bisogna assumere almeno 15 medici e 30 infermieri. Inoltre sono da espletare almeno 10 concorsi per il ruolo di Direttore di Unità Operativa Complessa, resisi vacanti in alcuni casi da anni e mai ricoperti per i citati vincoli. «È del tutto evidente – dice – che non è scongiurata la possibilità che si debba ricorrere ad accorpamenti di reparti e di servizi, a fronte del perdurare e dell’inasprirsi della carenza di personale. Il Moscati risponde alle esigenze di salute non solo degli utenti irpini, ma anche di pazienti provenienti da province limitrofe».
L’auspicio è che «ci sia al più presto un deciso intervento della nostra rappresentanza politica a fianco al personale del Moscati ed in difesa della domanda di salute dei cittadini».
Il malcontento è forte come rileva anche Ugo Petretta. «Avremmo preferito avere risposte più concrete in una situazione così imbarazzante che vive la nostra Sanità. Continuiamo a vivere in uno stato di isolamento, la situazione deve essere risolta assolutamente nei prossimi due mesi».