Notte di sesso con due donne, imprenditore ricattato: “Pagaci altrimenti pubblichiamo il video su internet”

Notte di sesso con due donne, imprenditore ricattato: “Pagaci altrimenti pubblichiamo il video su internet”

Dopo il rapporto sessuale lo ricattano, nei guai due giovani donne. I fatti risalgono ad alcuni mesi fa, quando un imprenditore piacentino di circa 50 anni si è recato in un ristorante con alcuni colleghi. A un certo punto della serata l’uomo ha conosciuto due provocanti donne con le quali è nata subito un’intesa: al termine della cena il 50enne e le due ragazze si sono appartati nell’auto dell’uomo per alcune ore di sesso. L’incubo è iniziato alcuni giorni dopo quando una delle due ragazze ha contattato il manager: “Abbiamo il video del nostro incontro, pagaci 20mila euro altrimenti lo pubblichiamo su internet”. Mentre la donna parlava, il malcapitato è riuscito a percepire alcune voci di sottofondo di chiaro accento meridionale, elemento che, abbinato al raggiro, ha instillato nell’animo dell’uomo il timore davanti a qualche gesto o atteggiamento di stampo mafioso. Spaventato, nel settembre scorso, il 50enne ha raccontato tutto alla polizia che ha così deciso di avviare le intercettazioni telefoniche.

Alla fine, fortunatamente, la criminalità organizzata non c’entrava nulla, ma quello che hanno scoperto gli investigatori guidati dal dirigente Salvatore Blasco è comunque inquietante. Le due donne, una 37enne di Castellammare di Stabia ma residente a Lucca e una 25enne di Castrovillari, avevano raggiunto Piacenza per effettuare un servizio fotografico hard in un noto studio della città. Dopo una faticosa giornata di scatti, le ragazze avevano deciso di concedersi una cena in un ristorante della provincia, dove avevano incontrato l’imprenditore. Da lì l’idea del rapporto sessuale e del conseguente ricatto.

Nel corso delle indagini, coordinate dal pm Emilio Pisante, gli agenti di polizia hanno scoperto che la 37enne era in realtà una psicologa attiva a Lucca e che contemporaneamente stava ricattando anche i genitori di un suo giovane paziente: “Se non paga 3500 euro dico ai servizi sociali di togliervi il figlio”. (fonte.Piacenza24)