Morire per futili motivi. La triste storia di Alika

Morire per futili motivi. La triste storia di Alika

Con l’omicidio di Alika, ambulante nigeriano di 39 anni a Civitanova Marche, si ha la conferma che il mondo sta andando verso la sconfitta umana.
Alika era colpevole di aver chiesto l’elemosina ad un operaio di una fonderia del posto il quale l’ha colpito prima con una stampella e poi a mani nude per 4 interminabili minuti. L’uomo è stato identificato e sentito in Questura e poi arrestato. Nella sua deposizione afferma che il nigeriano avrebbe fatto un apprezzamento importunando la sua ragazza lungo il Corso Umberto I e questo avrebbe scatenato la furia omicida.
Oggi è stato confermato il fermo per l’uomo di 32 anni accusato di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e della rapina del cellulare della sua vittima. Alla base del gesto non ci sono motivi legati all’odio razziale: “Le indagini sono in corso, ma la situazione è abbastanza chiara – hanno detto il dirigente della Squadra Mobile di Macerata Matteo Luconi e quello del commissariato di PS di Civitanova Marche Fabio Mazza, durante una conferenza stampa – tutto sembra essere nato da una lite per futili motivi, con una reazione abnorme da parte dell’aggressore nei confronti della vittima che gli stava chiedendo l’elemosina”.
L’omicidio è avvenuto per strada sotto gli occhi di tanti testimoni e nessuno avrebbe avuto il coraggio di intervenire. Qualcuno ha addirittura filmato, qualcuno ha chiamato le autorità e il 118, qualcun altro ha solo chiesto all’aggressore di fermarsi. Ma nessuno ha osato avvicinarsi e fermare l’aggressione.
Nessuno ha pensato di difendere il suo simile da una morte sicura visto la ferocia dell’aggressore. Sono rimasti indifferenti e questa indifferenza lascia senza parole sapendo che poteva esserci un finale diverso.
Ma soprattutto quale disprezzo per l’umano bisogna provare per spezzare una vita in questo modo. Cosa rende uomo un uomo che annienta il proprio simile per futili motivi. Un’affermazione questa che suona strana come se ci fossero dei motivi buoni per ammazzare il tuo simile. E poi la deriva: filmare mente una persona muore anziché intervenire è il simbolo che il dolore e la morte non sono eventi da vivere ma da rappresentare. Esserci mentre qualcosa avviene e poterlo testimoniare ci congeda dal prendere una posizione. Ci allontana dal vivere la vita per congelarla in uno sguardo. Condividiamo immagini del dolore e della morte per esorcizzare il nostro essere altrove. Per esorcizzare i nostri futili motivi per vivere.
Nunziata Napolitano

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