“Le materie attuali sono diventate improvvisamente inutili. Ma allora, cosa insegneremo ai nostri figli?”

Le materie attuali sono diventate improvvisamente inutili. Ma allora, cosa insegneremo ai nostri figli?

Breve riflessione sul futuro dell’istruzione e sui cambiamenti radicali che le rivoluzioni tecnologiche apporteranno in pochi anni anche in questo settore.

di Stefano Carluccio

Negli ultimi mesi si sente sempre più spesso parlare di rivoluzione tecnologica, di trasformazione digitale, di intelligenza artificiale, di machine learning, di robotica e di tanti altri termini che nella maggior parte dei casi suonano vuoti ed anche un pò minacciosi. La gente capisce che sta succedendo qualcosa, qualcosa di grosso che cambierà molte cose, ma non riesce a capire precisamente cosa e soprattutto quali sono i rischi e le opportunità.  Prima di tutto va detto che le informazioni a riguardo sono ancora molto superficiali e parziali.

Tutte queste nuove tecnologie adesso sono ancora agli albori, e quindi non ci sono testi di riferimento o molti articoli accademici, approfondimenti e servizi specializzati sull’argomento.  Ma nel giro di 3-5 anni saranno pienamente mature e le loro potenzialità si saranno manifestate in maniera massiccia in campi che oggi non immaginiamo neanche.

Si tratta quindi più del quando che del se.  Perchè è indubbio che ci saranno degli stravolgimenti epocali nella nostra vita quotidiana.  Dal punto di vista sociale, lavorativo ed economico. Cambierà il nostro modo di relazionarci con gli altri umani, ma anche con le macchine.  Cambierà il modo in cui vediamo il lavoro ed il guadagno, l’importanza che diamo al nostro tempo.

Cambieranno quindi tante cose. Ma saremo pronti, noi, a questi cambiamenti?  Come faranno le persone molto al di fuori dell’età scolare ad assorbire questi cambiamenti e ad imparare cose necessariamente nuove? Come faranno queste persone a cambiare lavoro ogni 10-15 anni? Come faranno a reinventarsi continuamente nonostante il passare degli anni ed una capacità mentale che si va ad affievolire?

Sono tutte domande complesse a cui però bisogna trovare una risposta, e bisogna trovarla adesso, perchè tra 2 o 3 anni sarà già troppo tardi.

E se le persone fuori dall’età scolare avranno tutta una serie di problematiche, come comportarsi invece con quelli che a scuola ci sono ancora o che ci andranno a breve?

Se diverse nuove tecnologie e nuovi processi sostituiranno quelli ancora oggi esistenti, rendendo di fatto inutili molte materie scolastiche, cosa insegneremo ai nostri figli?

Perchè se tutto cambia, allora anche l’istruzione deve cambiare e deve adeguarsi ad una società in profonda trasformazione.  Nella Cina dei robot e del riconoscimento facciale di massa, hanno iniziato da tempo.  A partire dalle scuole materne, infatti, ai bambini vengono insegnate le basi della programmazione, vengono introdotti nel mondo dell’intelligenza artificiale e delle sue molteplici applicazioni, gli viene insegnato che la tecnologia è il loro miglior alleato, ma solo se la conoscono e la sanno gestire ed indirizzare.

Negli ultimi anni in Cina è stato fatto un investimento di decine di miliardi di dollari sull’intelligenza artificiale, una scelta che probabilmente li farà salire sul gradino più alto dell’economia mondiale nei prossimi anni. E’ davvero una rivoluzione che la Cina ha saputo cogliere ed applicare velocemente in tutti i settori: dal lavoro all’istruzione, dall’agricoltura all’industria.

Altre potenze, come gli Stati Uniti, solo adesso li stanno imitando, ma in misura decisamente minore.  Per quanto riguarda l’Europa, invece, deve ancora capire fino in fondo cos’è l’intelligenza artificiale e se esiste una trasformazione digitale, per poi discutere sul da farsi ed infine agire concretamente solo quando tutti gli stati membri saranno d’accordo.  Quando, insomma, il treno sarà già passato e nelle altre superpotenze si starà già parlando di qualcos’altro.  La questione, però, è davvero seria. Perchè da quello che si insegna nelle scuole, di qualunque ordine e grado, dipende il futuro di intere generazioni.  E della società nel suo complesso.

E’ per questo che adesso, e non tra qualche anno, va fatta una approfondita e ragionata riconsiderazione del nostro piano di studi e soprattutto delle materie che si insegnano a scuola.  Di quali materie ma anche di come si insegnano. E dell’opportunità di sostituirle o di affiancarle con altre. Come la programmazione, l’intelligenza artificiale, il lateral thinking, il problem solving.

Tutte competenze e capacità che saranno fondamentali da qui a pochi anni e che un sistema d’istruzione moderno ed efficiente deve garantire a tutti i suoi alunni.

E garantirle in tempi brevi.