ITALIA NELL’OLIMPO – RINASCIMENTO AZZURRO

ITALIA NELL’OLIMPO   RINASCIMENTO AZZURRO

di Sebastiano Gaglione 
C’è proprio da dirlo, nonostante le problematiche con le quali abbiamo dovuto imparare a convivere a causa della pandemia globale, che continua ad affliggere il nostro pianeta, negli anni a venire non potremo non ricordare quest’estate 2021 con gioia e commozione.
Ebbene si, perchè non bastava la vittoria dell’Eurovision Song Contest (un trofeo che mancava a casa nostra dall’ultima vittoria del 1990 con il brano “Insieme:1992” del grande Toto Cutugno) da parte dei Maneskin con il brano “Zitti e Buoni” che ha fatto tornare in voga il rock, facendolo risplendere ancora una volta di luce propria.

E beh, non bastava nemmeno vittoria di Euro 2020 (posticipati, come tutti gli altri eventi, a quest’anno a causa della pandemia) da parte degli azzurri che, con mister Roberto Mancini, hanno ritrovato la chiave della vittoria e hanno riportato la nazionale nel posto che gli spetta, ridando nuova linfa di entusiasmo anche e soprattutto a tutti i tifosi che erano stati veemente scottati dalle ultime e concenti delusioni calcistiche degli ultimi anni (una su tutte l’esclusione dai 32 partecipanti dei Campionati mondiali di calcio 2018).

Il bottino delle scorse olimpiadi di Rio 2016 era già stato ghiotto, ma a questo giro la spedizione italiana si è proprio superata!
Ebbene, gli atleti azzurri oltre a lasciare il loro segno indelebile in queste Olimpiadi di Tokyo, hanno infranto il record nazionale di medaglie.
Difatti, mai prima d’ora nella storia, la nostra spedizione azzurra aveva raccolto un numero così notevole di medaglie: 10 ori (2 in più rispetto a Pechino, Londra e Rio), 10 argenti, 20 bronzi per un totale di 40. Stracciato dunque il primato di 36 che risaliva a Los Angeles 1932 e Roma 1960. Altro record nazionale: l’Italia non era mai riuscita prima di questa edizione a conquistare almeno una medaglia in ciascuno dei 16 giorni di Olimpiade. Inoltre, mai aveva raggiunto il podio in 19 discipline differenti (erano state 17 ad Atene 2004).
Il nuoto è il settore dal quale sono arrivate più medaglie (6, Paltrinieri nel nuoto in acque libere va considerato a parte). Ma è indubbio che i 5 ori dell’atletica, il 50% del totale, rappresentino un tesoro inestimabile. La notte del 1° agosto, con il trionfo di Gimbo Tamberi nel salto in alto e quello di Marcell Jacobs nei 100 e quella del 6 agosto, con l’apoteosi della 4×100 azzurra composta da Patta, Jacobs, Desalu e Tortu, entrano di diritto nelle primissime pagine del grande libro sportivo italiano. Va anche considerato infine, il numero mai raggiunto di bronzi (20) e i tanti quarti posti (14). Tante le barriere cadute: dal primo nato negli anni 2000 a conquistare un oro (Dell’Aquila), alla prima medaglia, anche in questo caso la più pregiata, in una prova mista (Tita-Banti nella vela), passando per Irma Testa, che ha rotto il digiuno di podi nel pugilato femminile. L’elenco è lungo, c’è un primato sostanzialmente in ogni disciplina, perché questi Giochi sono stati davvero indimenticabili.

Così come la nostra estate tutta italiana, che ha consacrato l’Italia nell’Olimpo dello sport ancora una volta. La compattezza è stata molto importante, perché ha unito, almeno per una volta, il nostro Bel Paese, per troppi fattori diviso nel corso dei secoli.
Il segreto di tutte queste vittorie italiane, probabilmente si deve proprio alla coesione con la quale le nostre “spedizioni” hanno affrontato le sfide nei vari campi sportivi e non. Una compattezza che è riuscita talvolta, non solo a colmare il gap con il talento cristallino e puro delle altre nazioni, ma lo ha persino eguagliato.
Considerazione personale: che la pandemia, seppur in minima parte, abbia unito gli azzurri? Azzurri che si erano prefissati di regalare agli italiani, almeno una gioia in questo periodo così difficile. Forse è stato proprio questa mission a fare davvero la differenza.
La fase di Rinascimento azzurro è finalmente completata. Non resta che sperare per nuovi obiettivi e nuovi traguardi da raggiungere. Questo è lo sport che piace: quello che unisce e forse ne abbiamo bisogno oggi più di ieri.