Banca della Terra, operativo il regolamento della Regione-Campania

Banca della Terra, operativo il regolamento della Regione Campania

E’ diventato operativo il regolamento che punta a recuperare la funzione produttiva dei terreni agricoli e forestali in Campania; un patrimonio pubblico che appartiene alla Regione-Campania e agli Enti locali troppo spesso abbandonato. Il regolamento mira favorirne l’assegnazione a cooperative e imprese formate da giovani con condizioni assolutamente vantaggiose.

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            E’ diventato operativo il regolamento, messo a punto dalla Regione-Campania, per disciplinare la Banca della Terra; regolamento che si conforma alle finalità della normativa che mira a recuperare il patrimonio agricolo e forestale sempre più segnato dal fenomeno dell’abbandono, soprattutto nelle aree interne dei territori regionali e nelle aree montane, in cui lo spopolamento in atto da qualche decennio non conosce freni e inversioni di tendenza.

            Le finalità della normativa configurano la valorizzazione dei suoli agrari e dei terreni boschivi  di proprietà regionale, comunale ed altri Enti pubblici, in cui non si praticano più le colture da almeno nove anni. Una condizione che non solo priva suoli e terreni di funzione economico-produttiva, ma li espone a situazioni di degrado progressivo, rendendoli  fattori che concorrono a generare situazioni di dissesto idrogeologico. E l’obiettivo di valorizzazione è affidato ai giovani, che si costituiscono in cooperative, associazioni di produzione a cui vengono assegnati con condizioni particolarmente vantaggiose, anche con il sostegno delle risorse economico del Piano di sviluppo rurale, i suoli da recuperare, facendo crescere e sviluppare l’agricoltura sociale ed ecosostenibile.

            La Banca della Terra campana è strutturata in due sezioni ben dettagliate; una afferisce al patrimonio disponibile dell’amministrazione regionale, l’altra al patrimonio degli altri pubblici territoriali, in particolare, i Comuni. La gestione della Banca è in capo all’amministrazione regionale. E’ un’importante opportunità. Ma la chiave di volta per l’attuazione delle pur valide e qualificate finalità della normativa è risiede nel riconoscere l’importanza delle attività d’impresa nel settore primario, programmate e gestite con adeguata formazione in agronomia. Un riconoscimento che non coinvolge le nuove generazioni.

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