AVELLINO. Libri in vetrina. “Le ali del bruco” di Tony Cucciniello, il romanzo presentato al Circolo della Stampa

AVELLINO. Libri in vetrina. “Le ali del bruco” di Tony Cucciniello, il romanzo presentato al Circolo della Stampa

 

Pubblico incontro, al Circolo della Stampa di Avellino, per la presentazione de “Le ali del bruco”, il romanzo di Antonio Cucciniello, pubblicato da Pendagron editore; romanzo ch’è stato al centro del progetto-lettura, che ha coinvolto alcune classi dell’istituto tecnico commerciale “Luigi Amabile”, con la coordinazione della professoressa Serafina Trofa .

All’incontro, con la partecipazione dell’autore, motivi e temi di particolare rilievo sono stati espressi in vari interventi, tra i quali quelli della professoressa Antonella Pappalardo, dirigente dell’Istituto di via De Conciliis, della professoressa Marialuisa Saviano, presidente dell’ASvSA, e di Serafina Trofa. La struttura narrativa del romanzo è ispirata dall’approccio sistemico vitale, una metodologia di management sviluppata nell’ambito dell’Economia d’impresa. Ma, al di là dei discorsi di valenza scientifica e tecnica, che pure si sono succeduti incalzanti, è emerso a tutto tondo- sia nella presentazione che nel dibattito- il profilo dell’io narrante-il protagonista- che rappresenta con linearità di linguaggio la condizione di uomo, che stenta a imboccare la strada della ricerca di sé, come travolto dalla complessità inestricabile sia della sfera personale che della realtà sociale.

E’ un’introspezione puntuale, nella quale l’io narrante prende sempre più coscienza della solitudine in cui viene a ritrovarsi stando solo con se stesso, senza lavoro, senza famiglia e senza gli ancoraggi di quelle relazioni sociali, che con i loro veli protettivi fanno da anticorpi alla depressione psicologica e mentale che disorienta e fa smarrire il senso della vita. E’ la condizione di precarietà che tanti giovani vivono quotidianamente e dalla quale il protagonista riesce alla fine quasi miracolosamente a risollevarsi. Ed accade durante uno dei suoi tanti inutili e frustranti viaggi in treno verso un cancello inesorabilmente chiuso, metafora della durezza esistenziale, quando non sembrano più esserci spiragli di speranza in cui riconoscersi e incamminarsi verso il futuro. Il cancello inesorabilmente chiuso si aprirà con modalità insolite e impreviste; sono le modalità dell’incontro con un barbone, ricco di esperienza di vita vissuta e delle asprezze con cui s’intesse la sua trama, a dare una svolta alla vita del protagonista narrante, sottraendolo allo stato di sofferente incertezza e al labirinto della solitudine in cui è piombato. Sono due polarità esistenziali che s’incontrano, quella del protagonista e quella del barbone, di cui il racconto di Cucciniello costituisce una penetrante trascrizione testimoniale. Ed è la polarità del barbone, con il vissuto mentale e psicologico di cui è portatore, a conferire al protagonista linfa di rinnovato senso dell’esistenza, in cui ritrovarsi, per affrontare i tornanti della vita, in cui le luci e le ombre si rincorrono e sovrappongono.