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Dalla Parigi del Seicento al boom del Novecento: così è nata la figura del coiffeur, tra eleganza, galanteria e invenzioni che hanno rivoluzionato la bellezza
Non è solo una questione di forbici o pettini. Il parrucchiere, oggi figura quotidiana nella vita di uomini e donne, ha alle spalle una storia fatta di costume, arte e società. Tutto ebbe inizio nel Seicento, in Francia, quando l’acconciatura divenne un simbolo di status e raffinatezza.
Il primo a trasformare un mestiere domestico in una vera professione fu Louis Champagne, che nel 1635 inaugurò a Parigi quello che è considerato il primo salone pubblico per signore. Fino ad allora erano le serve di casa, le pettinatrici o le cosiddette “conzateste” a occuparsi dei capelli delle dame. Champagne, invece, diede vita a un nuovo modello: un luogo elegante, riservato, dove il “maître coiffeur” era non solo artista, ma anche confidente e consigliere delle sue clienti.
Nel corso del Settecento, la figura del coiffeur divenne quasi mitica. Galante, discreto, abile nel destreggiarsi tra pettegolezzi e intrighi di corte, godeva di un accesso privilegiato ai boudoir femminili. Come ricordava l’autrice Marie de Villermont nella sua Histoire de la coiffure féminine, i parrucchieri parigini erano spesso protagonisti, e talvolta testimoni, di relazioni amorose e segreti di palazzo.
L’arte della pettinatura divenne presto una forma di espressione estetica e sociale. Nel Settecento, la moda dei voluminosi chignons e delle parrucche incipriate fece scuola in tutta Europa. E quando la Rivoluzione francese spazzò via i simboli dell’aristocrazia, anche i capelli si fecero più sobri, ma il mestiere del parrucchiere continuò a prosperare.
Fu però con la rivoluzione industriale che la categoria conobbe la modernità. Tra Otto e Novecento, alcuni nomi ne cambiarono per sempre la storia: Alexander Godefroy, che nel 1890 inventò il primo asciugacapelli elettrico; Marcel Grateau, detto Le Roi, autore del celebre “taglio alla maschietta” che divenne simbolo di emancipazione femminile negli anni Venti; e il tedesco Karl Ludwig Nessler, che nel 1909 brevettò la macchina per la permanente, aprendo la strada ai ricci perfetti e duraturi.
Da allora il parrucchiere è diventato un punto di riferimento per l’immagine, ma anche per il benessere e la fiducia personale. Un’evoluzione che, partendo dai palazzi parigini del Seicento, continua ancora oggi nei saloni di tutto il mondo, dove ogni taglio di capelli racconta una piccola storia di stile e di identità.
