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Mussolini e la profezia di un’Europa “fascistizzata”
Napoli, 25 ottobre 1922 – È una data simbolo della storia italiana: due giorni prima della Marcia su Roma, Benito Mussolini tiene a Napoli un discorso che passerà alla storia come uno dei momenti più significativi dell’ascesa del fascismo.
Davanti a oltre 40.000 camicie nere radunate in Piazza del Plebiscito, il futuro capo del governo lanciò un messaggio di forza e di conquista politica, in un clima di tensione crescente e di profonda crisi istituzionale.
Nel suo intervento Mussolini affermò con tono profetico:
«L’Europa sarà fascista o fascistizzata»,
una frase destinata a diventare emblematica della retorica totalitaria che avrebbe segnato il ventennio successivo.
Il “Discorso di Napoli” fu il preludio alla Marcia su Roma, iniziata solo tre giorni dopo, il 28 ottobre, con la quale il Partito Nazionale Fascista costrinse il re Vittorio Emanuele III ad affidare a Mussolini l’incarico di formare il nuovo governo.
Quel comizio, orchestrato con cura, rappresentò un atto di propaganda e dimostrazione di forza, pensato per mostrare al Paese e alle istituzioni la compattezza del movimento fascista. Il tono minaccioso e trionfalistico di Mussolini infiammò la piazza e consolidò il mito del “duce”, pronto a guidare l’Italia verso un nuovo ordine politico.
A distanza di oltre un secolo, quel 25 ottobre resta una data spartiacque della storia nazionale: segna l’inizio della fine dello Stato liberale e l’avvio della dittatura fascista, destinata a dominare la vita politica e sociale italiana per vent’anni.
