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Con l’entrata in vigore del Correttivo Appalti 2025, alcune questioni interpretative legate al subappalto sono state finalmente affrontate con maggiore chiarezza. Una delle novità più rilevanti riguarda le opere scorporabili, ovvero quelle lavorazioni specifiche che, pur facenti parte di un appalto più ampio, richiedono competenze e qualificazioni dedicate. In questo ambito, il nuovo testo normativo conferma l’orientamento volto a garantire una maggiore selettività e trasparenza nella scelta dei subappaltatori, introducendo nuove precisazioni in merito alla categoria Soa (argomento su cui gli esperti di SoaSemplice chiariscono vari aspetti) da parte di chi riceve in affidamento le opere.
In particolare, laddove le opere scorporabili siano comprese tra le cosiddette categorie superspecialistiche, il subappaltatore dovrà possedere l’idonea qualificazione SOA, pena l’inammissibilità dell’affidamento. Si tratta di una misura che punta a tutelare la qualità dell’esecuzione e a evitare che lavorazioni complesse vengano eseguite da operatori non adeguatamente qualificati. Per molte imprese, questo significa rivedere le proprie strategie di partecipazione alle gare e, in caso di frequente ricorso al subappalto, valutare l’ottenimento diretto delle categorie necessarie.
L’intervento del Correttivo mira anche a semplificare alcuni passaggi documentali, ma non alleggerisce i requisiti sostanziali: per accedere ai subaffidamenti delle lavorazioni scorporabili, è necessario dimostrare di essere in possesso dei requisiti previsti dal Codice, con particolare attenzione alle categorie e classifiche coerenti con l’importo e la natura dell’opera. Non è più sufficiente, in sostanza, essere “esperti del settore”: occorre documentare in modo formale e certificato la propria capacità esecutiva.
Questo aggiornamento assume un significato importante anche per le stazioni appaltanti, che avranno ora un riferimento normativo più preciso per valutare la regolarità del subappalto. In caso di assegnazione di lavorazioni scorporabili, l’ente appaltante potrà – e in molti casi dovrà – chiedere al subappaltatore l’esibizione del certificato SOA aggiornato, relativo alla categoria di riferimento. Una misura che, se da un lato richiede maggiore impegno da parte delle imprese, dall’altro contribuisce a elevare il livello generale di affidabilità nei cantieri pubblici.
Le imprese che si sono finora affidate a collaborazioni informali o a subappaltatori non qualificati dovranno quindi adattarsi a un nuovo scenario. In alternativa, è possibile strutturare con maggiore attenzione le proprie reti di partner e fornitori, selezionando soggetti dotati delle qualificazioni necessarie o predisponendo percorsi di attestazione per consolidare le competenze interne.
Va poi considerato che l’obbligo di qualificazione non è circoscritto solo all’esecuzione delle opere, ma può estendersi anche a determinati servizi connessi, se inseriti in contratti misti. Il confine tra lavori e servizi, soprattutto nelle manutenzioni tecniche specializzate, è sempre più sottile e richiede valutazioni caso per caso.
Dal punto di vista operativo, il Correttivo Appalti 2025 sollecita anche una maggiore attenzione alle classifiche economiche delle categorie SOA, poiché l’importo della lavorazione scorporabile deve rientrare nel limite per cui il subappaltatore è qualificato. Questo implica una programmazione più precisa già in fase di gara, con un’analisi puntuale delle qualifiche possedute da eventuali partner e dei margini economici disponibili.
In definitiva, la norma non intende ostacolare il subappalto, ma renderlo più trasparente, tracciabile e coerente con gli standard richiesti per il settore pubblico. L’idea è quella di superare definitivamente l’equazione tra subappalto e minore qualità, costruendo un sistema in cui anche chi lavora “in seconda fila” sia chiamato a rispettare regole chiare e verificabili.
Per le imprese che vogliono continuare a operare nel comparto degli appalti, la direzione è tracciata: essere qualificati non è più solo un vantaggio competitivo, ma un requisito operativo, anche per chi lavora dietro le quinte. In un sistema in cui le opere scorporabili diventano sempre più specialistiche e regolamentate, dotarsi delle corrette categorie SOA è il primo passo per restare al passo con le nuove regole del mercato.
