MOSCHIANO. Tutta la verità sull’ex casa di cura “Parco degli ulivi” di Moschiano

MOSCHIANO. Tutta la verità sull’ex casa di cura “Parco degli ulivi” di Moschiano

MOSCHIANO. Tutta la verità sull’ex casa di cura “Parco degli ulivi” di Moschiano C’è un “filo rosso” che lega la bassa e l’alta Irpinia nel racconto della gestione della riconversione di un presidio sanitario. L’ex casa di cura “Parco degli ulivi” di Moschiano che sorge sulla strada provinciale “ex SS 403” che congiunge il Vallo di Lauro ad Avellino e Salerno, resta un gigante immerso nel verde, preda attualmente di randagi, mucche e vandali. Già casa di cura privata poi centro per le malattie mentali, viene acquistata dall’Asl irpina nel 2004 previo esproprio dalle “mani” del Comune valligiano per la somma di 2.199.689 €. Come recita il Bollettino Ufficiale della Regione Campania n. 37 del 2 Agosto 2004 a firma dell’allora Presidente Antonio Bassolino, tale acquisto fu inserito nel contesto del Piano Sanitario Regionale (il documento ufficiale per la programmazione sanitaria campana) al fine di abilitare questa struttura alla cura dei malati dimessi dagli Ospedali Psichiatrici. Questo atto di acquisto è l’unico documento che compare tra quelli ufficiali nei motori di ricerca in Internet alla voce specifica. In secondo luogo ci colpisce il fatto che, a quasi 10 anni dall’acquisto da parte dell’Asl, nulla sia stato fatto materialmente o legislativamente per l’ex clinica diventata nel frattempo preda degli sciacalli. Ancor di più ci colpisce il fatto che tra un anno vi sarà in Irpinia, a San Nicola Baronia, un centro per internati psicopatici dimessi dagli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG). La chiusura degli ex manicomi criminali dove scontano la pena detenuti con malattie mentali o sono reclusi malati a fine pena che non hanno alcuno che li accolga, programmata per il 31 marzo 2013, è slittata, lo si legge nella Gazzetta Ufficiale del 26 Marzo 2013, ad aprile 2014. La recente GU posticipa il Dlgs. 22 Dicembre 2011 convertito nella legge 9/2012 che prevedeva la chiusura dei 6 OPG del territorio nazionale (Barcellona Pozzo di Gotto, Aversa, Napoli, Montelupo Fiorentino, Reggio Emilia e Castiglione delle Stiviere). “Quello che succederà è che saranno chiuse strutture che contengono centinaia di detenuti, i quali scontano la pena in condizioni disumane. Gli stessi internati saranno divisi tra residenze più piccole ed accoglienti, una per ciascuna provincia italiana” assicura Sabato Antonio Manzi, 57enne originario di Quindici, medico, psichiatra e Direttore del Dipartimento di Salute Mentale di Solofra (AV). “Le Comunità Alloggio a riabilitazione Estensiva (questo il nome delle nuove strutture di detenzione e riabilitazione o, in sigla, CA Est) ospiteranno non più di 20 detenuti in condizioni umanamente più accettabili. Sto lavorando a documentazione, logistica e organizzazione del nuovo servizio. La sede sarà negli edifici dell’Asl di San Nicola Baronia”. Un paese di circa 800 abitanti, a più di 100 e 150 km da Napoli e da Bari, sarà sede di un servizio avveniristico nel panorama della sanità regionale mentre la “nostra” ex casa di cura giace, nella medesima provincia, a confine con le due più popolose della Campania (Napoli e Salerno). Tutto ciò si tradurrà in nuovi posti di lavoro (medici, infermieri, agenti di custodia) in alta Irpinia mentre i “licenziati” dalla “nostra” clinica resteranno, forse, ancora in balìa delle promesse senza ricevere, in alcuni casi, nemmeno la paga per le mansioni espletate durante l’attività del presidio. (Tommaso Scibelli – Il Vallo)