AVELLA. Pellegrino Palmieri:”Il mio No al referendum costituzionale, una questione di coerenza politica.”

AVELLA. Pellegrino Palmieri:Il mio No al referendum costituzionale, una questione di coerenza politica.

Puntuali arrivano le dichiarazioni di Palmieri che si schiera per il NO, ecco la sua motivazione:

“Fino a qualche anno fa Berlusconi era, per una parte cospicua degli Italiani, un corruttore colluso con la mafia; un piduista al governo per realizzare il programma politico di Licio Gelli; era, in poche parole, un eversivo al potere capace di utilizzare il parlamento a suo uso e consumo, emanando un numero considerevole di leggi ad personam. Oggi, Renzi, sta continuando il lavoro interrotto proseguendo con lo smantellamento dello stato sociale (sanità, (buona) scuola, statuto dei lavoratori, ecc.) dimostrando, in quanto a cinismo, di possedere doti di gran lunga superiori allo stesso cavaliere. Tutto ciò lo sta facendo, non solo in quanto unico erede politico, ma anche con il sostegno concreto dello stesso Berlusconi che, grazie ai suoi sottoposti, Alfano e Verdini in primis, mandati come puntellatori, tiene in vita un esecutivo che altrimenti non avrebbe i numeri. Per cui, mi dispiace dirlo ma è la verità, solo un idiota oggi potrebbe pensare, anche solo per un istante, che Berlusconi stia contro Renzi, e che Alfano e Verdini si siano ribellati e abbiano avuto il coraggio di tradire il loro capo. Ma vi ricordate del metodo Boffo? e vi ricordate del ditino alzato da Fini? Bene, e perché il drappello degli ammutinati non ha subito la stessa sorte? Perché? forse perché il capo si è rincoglionito, visto che la potenza mediatica è ancora del tutto intatta? La risposta è No. Il capo non si è affatto rincoglionito, ma sta giocando in maniera esemplare, finanziariamente parlando, il suo scorcio di vita politica. Per cui, i cosiddetti ex berlusconiani al governo non sono per niente ex ma continuano, come sempre, ad essere organici al partito azienda, e svolgono la loro azione politica nel rispetto della linea aziendale. Perfino Feltri, mi permetto di sottolineare, vota si al referendum. Poi c’è Brunetta che nel caso specifico svolge, con la consapevolezza del fallito, la parte dell’utile idiota facendo il classico cane da cancello. Ora mi domando: è giusto dopo vent’anni di lotta a Berlusconi, e a tutto ciò che di negativo ha rappresentato per l’Italia, diventare, direttamente o indirettamente, suoi sostenitori? è giusto, rivolgo la mia domanda a quelli del PD, magari con qualche anno in più, buttare nel cesso 20 anni della vostra vita? Io nella mente ho ancora stampate le immagini del 94, della prima vittoria di Berlusconi; le urla nel seggio elettorale del mio comune; lo stupore e lo sguardo perso dei compagni. Ero poco più che ventenne. Amavo la politica, la costituzione, la lotta Partigiana, le battaglie operaie. Amavo le storie dei contadini, degli emigranti, degli anziani che avevano fatto la guerra. Ero, esattamente, l’antitesi del prodotto politico berlusconiano. Uno destinato a soffrire, proiettando lo sguardo verso il futuro, una vita da disadattato politico. E, quindi, mi chiedo ancora, dovevo scegliere Berlusconi nel 94? sbagliai a scegliere quella strada e quei valori? Io continuo a pensare che nella vita la cosa importante sia la coerenza. Continuare ad immaginare la possibilità di realizzare un paese migliore, più giusto, lottando contro le diseguaglianze. E penso che lo sconfitto sia proprio colui che si rimangia le cose in cui credeva, che mette in pratica un comportamento contro cui, fino all’altro ieri, si era battuto. E così facendo determina non solo il suo fallimento personale, ma partecipa allo smantellamento di un sogno più grande, quello di un’Italia diversa, migliore, dove la costituzione più avanzata dei paesi occidentali non rimanga solo un elenco di buoni propositi, ma venga finalmente applicata e rispettata nella sua interezza.”

Pellegrino Palmieri