U.S. Avellino. Rastelli: “Sono affamato, ci vogliono crescita individuale, di gruppo e mentalità”

U.S. Avellino. Rastelli: Sono affamato, ci vogliono crescita individuale, di gruppo e mentalità

di Lucio Ianniciello

Rastelli si presenta alla piazza avellinese: “Felice di esserci, le condizioni per fare bene ci sono. C’è sempre un pizzico di emozione. La chiamata di Enzo De Vito ha smosso le acque, poi ho sentito il presidente e si è acceso il fuoco. È una sfida difficile e importante. È stato semplice, ho solo aspettato”.

Prima partita e prima vittoria su un campo ostico come quello di Francavilla Fontana: “Di questa squadra conoscevo solo Trotta, gli altri come avversari. I giocatori li inquadri bene solo quando li hai a disposizione. Venerdì scorso c’è stato il primo vero allenamento, ho provato a dare più certezze possibili per Francavilla.  Venerdì primo vero allenamento,  ho evitato di appesantire la testa ai ragazzi. Abbiamo svolto un  lavoro tecnico-tattico e ho cercato di  fare capire cosa significa lo stemma del lupo, relativamente ai primi 30′ di sabato direi che i giocatori hanno dato una bella dimostrazione”.

Domenica arriva al Partenio Lombardi la capolista Catanzaro: “È importante avere la stessa visione con la società. C’è una settimana intera per prepararci, vedremo cosa succederà”.

Dalla vittoria di Bologna di 7 anni fa, semifinale play off per approdare in A, alla vittoria di Francavilla sempre con il risultato di 2-3. È il Rastelli bis: “So cosa mi aspetta, ho allenato in A, ho vinto campionati. Non mi spaventa il lavoro, dopo Bologna si è presentata una opportunità professionale, era la scelta giusta. Normale la contestazione dei tifosi, dettata dall’amore. Loro sono una grande risorsa. Da questa piazza ho preso il meglio, dobbiamo essere bravi perché c’è bisogno dell’aiuto di tutti. Il presidente è il primo tifoso”.

Il pensiero di questo inizio stagione dei lupi: “A me interessa valutare l’organico, ci sono cose da migliorare. Sono stato spettatore esterno e secondo me c’era un clima da retrocessione. L’impatto ha creato difficoltà, anche a Taurino. Conosco la piazza, cerco di intervenire mattone dopo mattone. Tutti uniti. Il Bari, per esempio, ci ha messo 3 anni per salire. È uno dei campionati più difficili, ho la giusta esperienza”.

I fuori rosa: “Forte è stato reintegrato, nel gruppo lavorano Sbraga e Scognamiglio. Non mi è mai piaciuto lasciare indietro nessuno”.

Prospettive e staff tecnico: “Intrapreso un percorso pieno di insidie. La classifica è deficitaria per il valore della squadra. Ci vogliono crescita individuale, di gruppo e mentalità. Si deve pensare al presente. Lo staff è completo: Rossi mio vice storico, Fabio Esposito, Marco Cossu, Pietro La Porta e Angelo Pagotto. Voglio creare un super staff augurandomi che Dei riesca a risolvere le sue problematiche”.

Un Rastelli diverso rispetto a 10 anni fa: “Sono affamato, non mi sarei potuto permettere di venire qui diversamente. Ho imparato tanto, anche dai calciatori, sono più completo. Ritorno qui dopo grandi risultati. Ci sarà dedizione totale”.

Il suo nome era circolato anche in estate: “È vero ma non sono stato contattato dalla società. Ci siamo visti con Enzo a fine gennaio per cose personali. Mi prendo le mie responsabilità, conosco ogni dinamica. Dobbiamo portare la barca in porto. Ci siamo capiti col presidente. C’erano delle volontà diverse ma il matrimonio si è fatto perché voluto”.

Sulla possibilità di un mental coach: “Devo essere anche un po’ psicologo ma Pietro Bianco è importante per me. Conta il confronto continuo con i ragazzi che vengono criticati per quanto guadagnano ma sono sempre esseri umani. Al più presto Pietro mi affiancherà”.

Su Taurino: “Mando un saluto a Roberto, ci sono state difficoltà. Ha pagato anche colpe non sue”.

La ricetta per la vittoria a Francavilla dopo cinque sconfitte su cinque in trasferta: “Ho cercato di lavorare sulle motivazioni, ogni squadra ha un suo dna. Ricordo quando l’Avellino giocava in A, il campo bagnato, inzuppato, la sofferenza. Ecco, dobbiamo lottare. L’importante è mettercela tutta. Non è una rondine che fa primavera”.

Come migliorare la squadra: “Bisogna capire cosa manca e intervenire a gennaio”.

Lo schema di gioco: “Ne ho fatti molti, i moduli  sono tutti vincenti e perdenti. L’atteggiamento è preponderante”.

I giovani e qualche singolo: “Nessun problema di anagrafe, gioca chi merita. Il carattere deve andare oltre le qualità tecniche. Bisognerà adattarsi. Murano non è un centrale, sabato ha fatto tutto quello che gli ho chiesto. Per me 8 in pagella. Di Gaudio già in gruppo, l’ho buttato dentro a Francavilla. Kanoute sta bene”.

Conclude con uno slogan, riproposto dopo diversi anni: “Il pallone deve scoppiare”.