“ACCADDE OGGI”. 9 agosto 1945: Nagasaki, il secondo inferno atomico

FILE PHOTO: Devastation is seen in the vicinity of 'ground zero' after the atomic bombing of Hiroshima, Japan in an undated photograph. Department of Defense/Department of the Air Force/Handout via REUTERS/File Photo ATTENTION EDITORS - THIS IMAGE HAS BEEN SUPPLIED BY A THIRD PARTY. PLEASE SEARCH "FROM THE FILES - 75TH ANNIVERSARY OF THE ATOMIC BOMBINGS" FOR ALL PICTURES

ACCADDE OGGI. 9 agosto 1945: Nagasaki, il secondo inferno atomico

NAGASAKI (GIAPPONE) – Alle 11:02 del mattino del 9 agosto 1945, il cielo sopra Nagasaki si aprì in un lampo accecante. Dall’aeroplano B-29 “Bockscar” dell’aviazione statunitense fu sganciata la bomba atomica soprannominata “Fat Man”, tre giorni dopo la distruzione di Hiroshima.

L’esplosione avvenne a circa 500 metri di quota, liberando un’energia pari a 21 kilotoni di tritolo. In pochi istanti, la città portuale del sud-ovest giapponese fu avvolta da una nube a fungo e da un’onda di calore che incenerì edifici, persone e ogni forma di vita nel raggio di chilometri. Le stime ufficiali parlano di circa 70.000 morti immediati, un numero destinato a crescere nei mesi e negli anni successivi a causa di ustioni, ferite e malattie legate alle radiazioni.

Un colpo decisivo per la resa giapponese

L’attacco a Nagasaki, seguito al bombardamento di Hiroshima del 6 agosto, colpì duramente la dirigenza giapponese, già provata dall’entrata in guerra dell’Unione Sovietica contro il Giappone proprio l’8 agosto. Pochi giorni dopo, il 15 agosto 1945, l’imperatore Hirohito annunciò alla radio la resa incondizionata, ponendo fine alla Seconda guerra mondiale nel Pacifico.

La città e la memoria

Il quartiere di Urakami fu l’epicentro della detonazione. Tra le vittime, oltre a migliaia di civili, intere comunità religiose cristiane che vivevano in quella zona da secoli. Nagasaki, ricostruita nel dopoguerra, è oggi uno dei simboli mondiali del movimento per il disarmo nucleare, con il Parco della Pace e il Museo della Bomba Atomica a testimoniare l’orrore di quel giorno.

Un dibattito ancora aperto

A quasi ottant’anni di distanza, lo sgancio delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki continua a suscitare dibattiti tra storici e opinione pubblica: fu un atto necessario per porre fine alla guerra o un crimine contro l’umanità? Ciò che resta incontestabile è l’enorme costo umano e la ferita incancellabile inflitta alla popolazione giapponese.