“ACCADDE OGGI”. 8 agosto 1956: Marcinelle, il giorno che spezzò il respiro a 262 minatori

ACCADDE OGGI. 8 agosto 1956: Marcinelle, il giorno che spezzò il respiro a 262 minatori

MARCINELLE (BELGIO) – L’8 agosto 1956, alle ore 8:10 del mattino, un’esplosione seguita da un violento incendio nella miniera di carbone di Bois du Cazier, a Marcinelle, in Belgio, segna una delle più gravi tragedie del lavoro nella storia europea. 262 minatori persero la vita nelle gallerie a 1.035 metri di profondità. Tra loro, 136 erano italiani, emigrati dal Sud in cerca di un futuro migliore.

La causa dell’incidente fu un errore umano: una benna mal posizionata danneggiò dei cavi elettrici e un tubo dell’olio, innescando un incendio che intrappolò centinaia di operai sottoterra. I soccorsi, ostacolati dal fumo denso e dalle alte temperature, furono inutili. Dopo giorni di angoscia e attese, il 23 agosto fu pronunciata la frase che rimarrà scolpita nella memoria collettiva: “Tutti morti, tutti cadaveri.”

L’Italia fu colpita al cuore. I nomi delle vittime provenivano da tutte le regioni, in particolare Abruzzo, Molise, Calabria e Sicilia. Erano padri, fratelli, figli. Uomini partiti con un contratto che scambiava braccia per carbone, frutto di un controverso accordo bilaterale tra Italia e Belgio firmato nel 1946.

La tragedia di Marcinelle scosse profondamente l’opinione pubblica e segnò un punto di svolta nel dibattito sui diritti dei lavoratori migranti e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. La giustizia belga, tuttavia, non riconobbe colpe gravi: nel processo che seguì, nessun dirigente della miniera venne condannato al carcere.

Per non dimenticare quel sacrificio, l’Italia ha proclamato l’8 agosto “Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo”, in memoria di tutte le vite perdute sul lavoro all’estero.

A Marcinelle oggi sorge un museo della memoria all’interno del sito minerario dismesso, dichiarato Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Ogni anno, delegazioni italiane e belghe si ritrovano per una commemorazione silenziosa, dove il silenzio delle gallerie parla ancora forte.