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Tallinn – Il 20 agosto 1991 resterà scolpito nella memoria del popolo estone come il giorno della rinascita. Dopo decenni di dominio sovietico, l’Estonia dichiarò ufficialmente la propria indipendenza dall’URSS, anticipando di pochi mesi la dissoluzione definitiva dell’Unione Sovietica.
Una lunga lotta per la libertà
L’Estonia, insieme a Lettonia e Lituania, era stata incorporata con la forza nell’Unione Sovietica nel 1940, in seguito al patto Molotov-Ribbentrop. Da allora, per oltre cinquant’anni, il Paese aveva vissuto sotto il rigido controllo di Mosca, pagando un prezzo altissimo in termini di repressioni, deportazioni e perdita di sovranità.
Negli anni Ottanta, con l’avvento della perestrojka di Gorbaciov, iniziò a farsi strada il movimento indipendentista, che trovò espressione nella cosiddetta “Rivoluzione Cantata”: manifestazioni pacifiche in cui migliaia di cittadini si riunivano intonando canti tradizionali come forma di resistenza identitaria.
Il giorno decisivo
Il 20 agosto 1991, approfittando del fallito colpo di Stato a Mosca contro Gorbaciov, il Consiglio Supremo estone proclamò il ripristino della sovranità nazionale. La decisione fu accolta con entusiasmo dal popolo e sostenuta da un’ampia mobilitazione popolare a Tallinn.
In poche settimane la comunità internazionale riconobbe la nuova Repubblica indipendente. L’Unione Sovietica, ormai al collasso, non ebbe la forza di opporsi.
Dall’occupazione alla democrazia europea
Oggi, a più di trent’anni da quel giorno, l’Estonia è un Paese indipendente, membro dell’Unione Europea e della NATO, simbolo di resilienza e di capacità di trasformazione. La data del 20 agosto è celebrata come festa nazionale, “Restoration of Independence Day”, in ricordo del momento in cui la nazione si riappropriò del proprio destino.
