“ACCADDE OGGI”. 12 Giugno – Giornata mondiale contro il lavoro minorile

ACCADDE OGGI. 12 Giugno – Giornata mondiale contro il lavoro minorile

ROMA – Ogni anno, il 12 giugno, il mondo si ferma per riflettere su una delle piaghe più silenziose e devastanti del nostro tempo: il lavoro minorile. Secondo le stime più recenti dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), nel mondo ci sono ancora 152 milioni di bambini costretti a lavorare, di cui oltre 70% impiegati in agricoltura. Un fenomeno che coinvolge anche l’Italia, dove Save the Children stima almeno 336.000 minori in attività lavorative irregolari o pericolose.

Un fenomeno globale, con radici profonde

La Giornata mondiale contro il lavoro minorile, istituita nel 2002, vuole accendere i riflettori su una realtà che spesso si consuma lontano dagli occhi dei più: nei campi, nei cantieri, nelle fabbriche, ma anche nei mercati e nelle case. Povertà, mancanza di istruzione, assenza di tutele sociali e sfruttamento economico sono tra le cause principali che alimentano questa spirale.

“Dietro una tazza di caffè o una banana al supermercato può nascondersi il lavoro di un bambino”, denuncia la FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, che da anni è in prima linea nel contrasto al lavoro infantile nel settore agricolo.

L’impegno della FAO: educazione, formazione, alternative

Nel 2021, la FAO ha lanciato un quadro strategico globale per eliminare il lavoro minorile in agricoltura, intervenendo con progetti concreti in Africa, Asia e America Latina. Tra le iniziative: formazione per agricoltori, incentivi per le famiglie, accesso all’istruzione e programmi di sicurezza alimentare.

Nel continente africano, ad esempio, la FAO ha attivato progetti in Uganda per formare ispettori agricoli e identificare pratiche dannose per i minori. “Il nostro obiettivo – spiega la direttrice del programma FAO per i diritti dei bambini – è spezzare la catena dello sfruttamento attraverso strumenti sostenibili e culturalmente adattati”.

L’Italia non è esente

Nonostante le leggi, anche in Italia il lavoro minorile non è scomparso. Si presenta sotto forme meno visibili: piccoli lavoretti pagati in nero, aiuti nelle aziende familiari, turni massacranti nei campi durante le raccolte stagionali. Le organizzazioni non governative chiedono più controlli, un sistema di protezione sociale per le famiglie vulnerabili e una scuola davvero inclusiva.

“La povertà educativa è il primo passo verso lo sfruttamento lavorativo”, sottolinea Save the Children. “Se non garantiamo un’istruzione di qualità, perdiamo due volte: come società e come futuro”.

Obiettivo 2025: una promessa ancora lontana

L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite fissa un obiettivo ambizioso: eliminare le forme peggiori di lavoro minorile entro il 2025. Un traguardo che appare oggi ancora lontano. La pandemia di Covid-19, i conflitti armati e l’aumento del costo della vita hanno peggiorato la situazione, spingendo milioni di famiglie ad affidarsi al lavoro dei propri figli per sopravvivere.

Una sfida collettiva

La lotta contro il lavoro minorile non può essere vinta da una sola organizzazione. Richiede un’alleanza globale tra governi, istituzioni internazionali, imprese, scuole e cittadini. Significa anche ripensare i modelli di consumo: sapere da dove viene ciò che acquistiamo, come viene prodotto, da chi.