BAIANESE. L’Unione Intercomunale nel guado. Il “caso” del piano di zona frena il percorso del progetto, la cui validità per il territorio è scelta già fatta ed obbligata

BAIANESE. L’Unione Intercomunale nel guado. Il “caso” del piano di zona frena il percorso del progetto, la cui validità per il territorio è scelta già fatta ed obbligata

BAIANESE. L’Unione Intercomunale nel guado. Il “caso” del piano di zona frena il percorso del progetto, la cui validità per il territorio è scelta già fatta ed obbligataIl primo passaggio fu compiuto a settembre del 2013, con il deliberato dell’amministrazione- Biancardi, con il quale Avella si dissociava dalla partecipazione all’Unione intercomunale del Vallo di Lauro. Un atto politicamente significativo, a cui segui – a dicembre dello stesso anno- il deliberato consiliare della stessa  amministrazione, per  dare forma e sostanza all’Unione intercomunale del Baianese e dell’Alto Clanio; nei mesi successivi del 2014, tutte le amministrazioni del territorio  approderanno alla scelta dell’amministrazione della città del Clanio.  E’ la sequenza dei provvedimenti attestanti che sul piano formale l’iter  per l’istituzione dell’Unione intercomunale ha  recuperato almeno i ritardi di trenta anni; un recupero, che  si è completato con l’approvazione dello Statuto, deliberata nei mesi scorsi – con sedute monotematiche- dai civici consessi di Avella, Baiano, Sperone, Mugnano del Cardinale, Sirignano e Quadrelle.

Ma per il varo definitivo del nuovo organismo, manca ancora il tassello, che ne completi il mosaico giuridico e legale, qual è la convenzione, che ne fissa le funzioni ed i servizi in regime associato, già prefigurati per la fase d’avvio del processo politico-amministrativo, intrapreso con il   allo Statuto; convenzione, per la quale, era prevista l’altro ieri  la sottoscrizione dei sei “Primi cittadini”, nella seduta convocata nel Palazzo baronale, ad Avella,  che “ospiterà” gli uffici dell’Unione nello spazioso edificio – con elegante e sobria linea architettonica “umbertina” d’inizio ‘900- dell’ex-scuola elementare di piazza Convento. Un appuntamento mancato, per il forfait dato  all’importante appuntamento dal sindaco di Mugnano del Cardinale, Nicola Bianco, in ordine alla vicenda del Piano sociale di zona per i servizi e le prestazioni assistenziali e di sostegno alle famiglie e alle persone che vivono le condizioni del disagio sotto vari profili, da quello di carattere medico e psicologico a quella strettamente sociale; servizi e prestazioni, che fanno anche riferimento a presidi specializzati e regolarmente accreditati, specie sul versante delle cure per le disabilità.

Una vicenda, che, trascinandosi nel tempo, è diventata  un “caso”,  evidenziato da Bianco in varie circostanze e ribadita nel pubblico convegno svoltosi nel Circolo de L’Incontro, a Baiano;  “caso” restato aperto ed … insoluto, che non investe affatto il progetto dell’Unione in sé e per sé, rispetto al quale Bianco ha  costantemente espresso giudizi di condivisione  e di validità per le istanze sociali ed economiche espresse dalle comunità del territorio, quanto e soprattutto  la tenuta economica della funzionalità del Piano sociale di zona, al quale afferiscono non solo i sei Comuni dell’ Unione ancora nel… guado, ma anche i sette Comuni dell’Unione  del Vallo di Lauro, i primi con popolazione di circa 30 mila abitanti, i secondi con popolazione di circa 17 mila abitanti.

Una tenuta economica, che sta gravando sostanzialmente e in larga misura  sulle casse comunali di Mugnano del Cardinale, che del Piano è l’Ente capofila, “ospitandone” la sede logistica ed organizzativa, nell’edificio di via San Silvestro; un onere di non poco peso, determinato dallo stato di  morosità di alcuni dei 13 Comuni, obbligati a versare le quote di adesione al Piano, che, annualmente e in complesso,  valgono  280 mila euro, secondo il riparto pro-capite degli abitanti residenti in ciascun Comune. Un obbligo di coesione civica prima che di ordine economico ed amministrativo, che alcuni Comuni – Lauro, Quindici e Sirignano, in particolare- disattendono del tutto  da varie annualità, mentre  altri adempiono con ritardo ed altri rispettano in pieno; e tra questi ultimi c’è il  “caso”- paradossale per encomiabile… generosità rispetto ai…morosi “integrali”- del Comune di Sperone, che risulta aver versato anche quote….maggiorate. La criticità massima degli impegni disattesi dai morosi in pianta stabile e dai  morosi  per….ritardo finisce per gravare sull’amministrazione, guidata dal  sindaco Nicola Bianco.

IL PIANO SOCIALE E I COMUNI MOROSI CHE FUGGONO DALLE RESPONSABILITA’    

BAIANESE. L’Unione Intercomunale nel guado. Il “caso” del piano di zona frena il percorso del progetto, la cui validità per il territorio è scelta già fatta ed obbligataE’ l’anomalia di una  situazione, che non può perdurare ancora più  di tanto, tenendo presente che alcuni presidi assistenziali hanno ceduto ad Equitalia i crediti vantati verso il Piano sociale.  Ed Equitalia potrebbe, da un momento all’altro, emettere decreti ingiuntivi di pagamento immediato proprio all’amministrazione di Mugnano del Cardinale. In questa visuale, il “caso” sollevato da Bianco, per quanto provocatorio possa apparire, è valso a chiarire le ragioni di metodo della buona amministrazione da seguire per l’operatività dell’Unione, anche se va evidenziato che le criticità  dei versamenti delle previste quote, per garantire la regolare tenuta economica  del Piano riguardano relativamente i Comuni del costituendo nuovo organismo, eccezione fatta per il pesante indebitamento accumulato dal Comune di Sirignano.

E’ il contesto, per il quale il percorso della sottoscrizione dell’atto, che farà da start all’operatività dell’Unione, non dovrebbe risultare ulteriormente…prolungato. Ed in questa direzione sono attivamente impegnati sindaci ed amministratori dell’Unione intercomunale del Baianese e dell’Alto Clanio, una prospettiva, della cui portata politica si sono già pronunciati- va rilevato- i civici consessi con pieno favore. D’altro canto, i Comuni dell’Unione hanno sperimentato nel decorso decennio significative iniziative di associazionismo con il Pit della Valle dell’Antico Clanis, con ritorni  economici del Por-Campania 2000\2007, finanziato da Bruxelles, pari a poco meno di sei milioni di euro, con cui sono stati recuperati e “posti in valore”  beni culturali e d’interesse architettonico monumentale, tra cui il Palazzo Caravita, a  Sirignano, l’ex-Educandato femminile “Maria Cristina di Savoia”, a Mugnano del Cardinale, per non dire degli interventi per il grande complesso del Castello-fortezza d’età normanna, ad  Avella.

IL PROGETTO-UNIONE, OBIETTIVO SENZA ALTERNATIVA

 BAIANESE. L’Unione Intercomunale nel guado. Il “caso” del piano di zona frena il percorso del progetto, la cui validità per il territorio è scelta già fatta ed obbligata“L’Unione intercomunale- dice il sindaco di Sperone, l’avvocato Marco Santo Alaia– è obiettivo irrinunciabile, per dare voce e sostanza alle istanze del territorio per la buona e normale gestione amministrativa, anche e soprattutto a fronte dei nuovi assetti dell’architettura degli Enti Locali, con cui si dà concreta attuazione alle Città metropolitane e si dà risalto alla centralità dei Comuni e proprio alle loro Unioni. Per il cammino avviato, è stata già prefigurata l’associazione di quattro funzioni basilari, di cui i Comuni nella loro specificità sono titolari di programmazione e gestione, tra cui quelle della Polizia locale e della Protezione civile. E’ il punto di partenza, che permetterà di sviluppare successivamente e meglio la linea d’orizzonte dell’Unione. E sarebbe ancor più importante poter realizzare per il governo del territorio la pianificazione urbanistica intercomunale. Una direzione- conclude Alaia– verso la quale possono muoversi sia l’amministrazione  comunale di Baiano, sia quella di Sperone, che contestualmente hanno in corso da qualche mese le procedure di elaborazione dei rispettivi Puc”.  “Il Comune di Quadrelle-  spiega il sindaco Nicola Masi– con poco meno di duemila abitanti è, per legge, obbligato ad associarsi con altri Comuni per tutti i servizi e le funzioni amministrative. E’ una scelta fatta opportunamente e con efficacia di risultati dall’amministrazione, guidata dal sindaco Lucia Napolitano e dall’attuale, scelta, con cui si attesta quanto sia nell’ordine delle cose e della normalità per la comunità cittadina l’istituzione dell’Unione, non solo per le economie di scala che si possono realizzare sul piano BAIANESE. L’Unione Intercomunale nel guado. Il “caso” del piano di zona frena il percorso del progetto, la cui validità per il territorio è scelta già fatta ed obbligatadella gestione amministrativa, ma anche per il rispetto verso la storia del territorio. Ma- conclude Masi– bisogna credere in pieno e con responsabilità nella validità del progetto”. Una valutazione, in cui si riconosce “senza se e sena ma” il sindaco di Baiano, Enrico Montanaro, per il quale “l’attività, che è stata sviluppata tra la fine del 2013 e il 2014, per far “nascere” l’Unione è stata costruttiva ed ha visto tutti gli amministratori dei sei Comuni concordi sulle finalità generali e specifiche del progetto, pur nella dialettica delle posizioni. Ritengo che la fase di stallo prodottasi sarà superata”.

 “E’ uno strumento politico-amministrativo di considerevole rilevanza, l’Unione intercomunale dei sei Comuni- afferma l’assessore al bilancio dell’amministrazione di Avella, Agostino Vitale– e risponde al ruolo della territorialità da promuovere valorizzare, considerata l’importanza dell’appena costituita la Città metropolitana di Napoli, mentre la Provincia  di Avellino è diventato Ente di secondo livello. Uno scenario, che rafforza le funzioni dei Comuni se si costituiscono in Unioni, potendo solo in tal modo rapportarsi con e congruità efficace e diretta  verso la Regione-Campania e l’Unione europea. Né va dimenticato che il Por del 2013\2020 è l’ultimo treno d’accesso ai fondi strutturali comunitari secondo lo schema finora attuato, dal momento che dei fondi strutturali di Bruxelles, destinati ai riequilibri sociali ed economici tra i territori,  dovranno beneficiare anche i Paesi dell’Est, che hanno aderito all’Unione europea”.