BAIANO. Emanuele Litto denuncia le carenza del distretto sanità di Baiano

BAIANO. Emanuele Litto denuncia le carenza del distretto sanità di Baiano

BAIANO. Emanuele Litto denuncia le carenza del distretto sanità di Baiano“Con rammarico e sconforto mi sento in dovere di rilevare l’ulteriore carenza riguardante il Distretto Sanitario di Baiano.
Alle lunghe liste d’attesa e alla, ormai, atavica carenza del personale sanitario v’è da aggiungere l’attuale impossibilità ad effettuare alcune vaccinazioni.
Infatti, dalla settimana scorsa non è più possibile somministrare, presso il “nostro” distretto, importanti vaccinazioni come quella contro il tetano, il fuoco di Sant’Antonio, l’epatite o contro la pertosse per le donne in gravidanza.
Saremo costretti, per tali somministrazioni, a recarci ad Avellino con evidenti disagi soprattutto per le fasce più deboli della popolazione.
Un ulteriore sfregio ad un territorio che non può continuare a subire in modo silente l’ennesimo scippo.
Il mio accorato appello va a tutte le Istituzioni mandamentali affinchè si mobilitino e si adoperino in tal senso. Nello scorso Consiglio Comunale abbiamo già sollevato la questione chiedendo al sindaco, anche attraverso l’Unione dei Comuni, di far sentire la nostra voce.
Cosa che il dott. Simone Rozza, quale presidente dell’Unione dei comuni del Baianese –Alto Clanis , ha celermente provveduto a fare inviando una nota alla direzione generale dell’Asl di Avellino con la quale veniva sollecitata la tempestiva nomina del nuovo Ufficiale Sanitario di Distretto.
Un primo piccolo passo è stato fatto, ma non basta. Alta deve restare la nostra attenzione. Appare opportuno che i sindaci, non solo mandamentali, convochino un tavolo istituzionale ed incontrino il direttore generale dell’Asl per richiedere un immediato intervento risolutivo, perché una comunità di oltre 25.000 abitanti non può subire l’ennesimo disagio a causa della mancanza di programmazione da parte dell’azienda sanitaria. La messa a riposo del precedente medico sanitario era prevista da oltre sei mesi. Siamo tutti tenuti come comunità mandamentale, aldilà dei ruoli che ricopriamo, a difendere i nostri diritti”.