San Paolo Bel Sito (NA). Focus nella Chiesa parrocchiale. No alla violenza di genere. Costruire la cultura sociale della dignità umana

San Paolo Bel Sito (NA). Focus nella Chiesa parrocchiale. No alla violenza di genere. Costruire la cultura sociale della dignità umana

Un evento volto ad informare il pubblico sugli strumenti di prevenzione e lotta alla violenza di genere, nel contesto di una comunità sempre più aperta e disposta a fronteggiare tale fenomeno. Per contrastare i numeri elevati di femminicidi e di violazioni fisiche e morali della persona sono attive diverse strutture sul territorio: Servizi sociali, Centro antiviolenza, Centro per la famiglia.

L’incontro intitolato “Focus: livelli di allerta violenza di genere nell’hinterland”, del 7 marzo, presso la Chiesa parrocchiale di San Paolo Bel Sito, è stato seguito dai cittadini del luogo e da numerosi partecipanti anche dei Comuni limitrofi.

A presentare l’iniziativa è stata la Commissione Pari Opportunità di San Paolo Bel Sito, composta da Irene Masucci, Tonia Napolitano, Valentina Squillante, Nello Sabatino e presieduta dalla professoressa Elena Silvestrini, che ha iniziato il proprio incarico con l’obiettivo di rafforzare la cultura della pari dignità di genere, ancora poco radicata, nonostante i progressi compiuti nell’ emancipazione femminile.

San Paolo Bel Sito (NA). Focus nella Chiesa parrocchiale. No alla violenza di genere. Costruire la cultura sociale della dignità umanaL’evento è stato fortemente sostenuto dai rappresentanti delle realtà socio- assistenziali dell’hinterland che operano nell’ Ambito sociale N23 e presso i Servizi sociali di San Paolo Bel Sito con lo scopo di sensibilizzare ed informare, affinché sempre più donne abbiano il coraggio di dire basta ad abusi di qualsiasi forma.

L’incontro è stato coordinato dalla Presidente della Commissione, la Prof.ssa Elena Silvestrini, accompagnata dai saluti di Don Fernando Russo, parroco della Chiesa di San Paolo I Eremita, del sindaco Avv. Raffaele Barone e dal saluto a sorpresa del Senatore Vincenzo Carbone.

    Il dirigente dell’ Ambito N23, Dott. Giuseppe Bonino, è intervenuto chiarendo le funzioni del’ambito al quale appartengono 14 comuni dell’hinterland, poi ha evidenziato le motivazioni, per cui è difficile debellare la violenza di genere. Per ottenere un cambiamento “si deve partire dall’educazione; è necessaria la collaborazione tra ospedali, ASL attraverso i consultori, centri e autorità competenti. Bisogna superare due grandi limiti, ha sostenuto Bonino: in primis la tempistica, con programmi atti a eliminare la burocrazia e rendere più veloci le pratiche volte a supportare la vittima; poi la scarsa presenza di strutture per l’uomo maltrattante che va seguito in maniera appropriata”.

Lo spazioaccoglienza  della Procura della Repubblica di Nola

Il reddito di libertà per le donne che vivono il disagio

Ad affrontare le problematiche economiche della vittima di violenza è stata l’Avv. Stefania Castellone, Segretaria dell’Associazione Codice famiglia, nonché Presidente dell’Osservatorio Nazionale Forense sul Diritto di famiglia. “Quello della violenza di genere è un fenomeno difficilissimo da eradicare- affermato- e sono importantissime le occasioni di costruzione di rete, le azioni sinergiche tra tutti gli operatori di settore che possono contribuire a sanare questa piaga sociale. Non solo donne inoccupate, ma anche  donne autonome restano invischiate in circuiti di dipendenza economica che fanno desistere dalla denuncia”. Stefania Castellone ha focalizzato la funzione e il ruolo dello spazio ascoltoaccoglienza collocato presso la Procura della Repubblica di Nola. Attraverso la cooperazione tra Forze dell’Ordine e Servizi sociali le vittime ricevono un sostegno socio-psicologico-legale con professioniste qualificate, abilitate alla valutazione dell’intervento da mettere in atto. Conquista importante degli ultimi anni è stata quella del sostegno economico alle vittime di violenza di genere, correlato con l’accesso al reddito di libertà, che consente il raggiungimento dell’ autonomia alle donne in particolare condizione di disagio.

 Di forte impatto l’intervento della Dott.ssa Maria Cristina Benintendi, conduttrice televisiva, che ha coinvolto il pubblico illustrando le dinamiche di dipendenza affettiva nel rapporto vittimacarnefice.

“Talvolta c’è un intreccio di componenti della nostra cultura che ci spinge a sopportare, è il retaggio del patriarcato di cui dobbiamo liberarci per imparare ad amare noi stesse”. La Benintendi ha consigliato la lettura del libro “Donne che amano troppo”, citando una delle frasi più significative del bestseller “Quando essere innamorati significa soffrire, stiamo amando troppo”. La sua relazione si è conclusa con la proposta al pubblico di un primo strumento di valutazione, il questionario ISA, che elabora quanto si stia rischiando nella propria relazione.

San Paolo Bel Sito (NA). Focus nella Chiesa parrocchiale. No alla violenza di genere. Costruire la cultura sociale della dignità umanaA seguire l’avv. Tonia Napolitano, componente della Commissione Pari Opportunità di San Paolo Bel Sito, ha dichiarato che “bisogna sostenere la cultura del rispetto verso la parità di genere con azioni fattive.

Le Pari Opportunità -ha aggiunto- si costruiscono con l’impegno nel sociale, l’ascolto delle istanze del nostro territorio in sinergia con le associazioni del luogo, con il mondo della scuola, con la Chiesa”.

 “Il Servizio sociale è un punto nevralgico della rete- ha affermato la Dott.ssa Maria Nunziata, sociologa dei servizi sociali di San Paolo Bel Sito– evidenziando che le forme di violenza sono cambiate, una di quelle predominanti è la violenza verbale”. La dott.ssa Nunziata ha riportato in anonimato tre casi di vittime dai quali si evidenzia la mancanza di fiducia verso le istituzioni, atteggiamento comune tra le donne maltrattate, che quindi non denunciano. Ne consegue la difficoltà di avere dati reali e soprattutto l’impossibilità di agire.

La triste e dura esperienza di Elle

In conclusione la Dott.ssa  Autilia Scala, psicoterapeuta del Centro I.T.I.A. dell’Ambito N23, ha sottolineato il principio fondamentale di salvaguardare l’intera famiglia vittima di violenza. La dott.ssa Scala ha affermato che il dramma della donna che subisce abusi è quello di condividere contemporaneamente la genitorialità e la quotidianità con il proprio carnefice. Di solito queste dinamiche si ripercuotono sui figli, che possono ripetere lo stesso schema vissuto in famiglia. Di qui l’importanza di attuare un percorso individuale anche per gli uomini maltrattanti. La dottoressa, al termine del suo intervento, ha presentato la testimonianza molto forte di una donna che ha fatto comprendere al pubblico la sofferenza che c’è dietro una denuncia, una decisione combattuta, un vero atto d’ amore verso la propria famiglia.

La signora ELLe ha parlato della violenza subita, lasciando trapelare l’affetto per il suo carnefice che è stato, a sua volta, vittima di un passato di maltrattamenti; un duro e triste passato che si è abbattuto, come un macigno, su una giovane moglie e delle creature innocenti. Elle è una donna che ha saputo chiedere aiuto e ha trovato accoglienza in una casa-famiglia grazie alla sua denuncia; una donna che ha avuto il coraggio di compiere il primo passo (e non è semplice) verso un reale cambiamento non solo per sé, ma per i propri figli.

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