LAVORO E TERRITORI. “Resto al sud”, per l’imprenditoria giovanile 1,25 miliardi Importante risposta con circa 2000 domande inviate a Invitalia

LAVORO E TERRITORI. “Resto al sud”, per l’imprenditoria giovanile 1,25 miliardi  Importante risposta con circa 2000 domande inviate a Invitalia

Obiettivo puntato sullo sviluppo dell’imprenditoria giovanile nel Sud. L’importante iniziativa del Ministero della coesione territoriale e del Mezzogiorno, di cui è titolare Claudio De Vincenti,  mette a disposizione risorse economiche per un miliardo e 250 milioni per i giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni, che da singoli o in gruppo- a far data dal 21 giugno del 2017-  si sono costituiti e si costituiranno rispettivamente in ditte individuali o società, anche con la tipologia di cooperative. Interessanti i finanziamenti e le agevolazioni fiscali utilizzabili. La valenza sociale del provvedimento, la cui attuazione è gestita da InvItalia, è funzionale alla crescita economica e produttiva dei territori delle otto regioni che connotano il Sud, facendo leva non solo sulla capacità di progetto rispondente ai criteri d’impresa efficiente, innovativa e produttiva, ma anche e soprattutto sulla volontà del “saper fare” dei giovani.

di Gianni Amodeo

E’ di un miliardo e 250 milioni di euro, la dotazione finanziaria di “Resto al Sud”, il programma di sostegno e promozione dell’imprenditoria giovanile, messo a punto e lanciato dal Ministero della coesione territoriale e del Mezzogiorno, di cui è titolare Claudio De Vincenti, la cui attuazione è affidata alla società pubblica Invitalia; un’iniziativa di lunga prospettiva, che sollecita l’impegno dei giovani di età compresa tra i 18 e i 36 anni, residenti  in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. E’ un programma d’investimenti con risorse disponibili e spendibili, che punta a suscitare e a sostenere la capacità  progettuale dei giovani nello strutturare attività d’impresa efficienti e competitive, per radicarsi nelle realtà territoriali animandone l’economia reale con lavoro produttivo. E’ uno stimolante scenario di opportunità, con cui i giovani sono sollecitati a rapportarsi, credendo in se stessi e nelle capacità di vivere del proprio lavoro, con adeguata formazione soprattutto sui versanti della tecnologia e dell’informatica.

E’ duplice la finalità dell’iniziativa, puntando, da un lato, a depotenziare le spinte motivazionali all’emigrazione dei giovani che determina la progressiva desertificazione sociale già in atto da anni ormai nelle aree interne, e, dall’altro lato, a costituire la concreta risposta in controtendenza verso il fenomeno della disoccupazione che continua a far registrare alti picchi, oscillanti dal 20 al 30% tra i giovani proprio nel Sud, nonostante i segnali complessivi di crescita economica che a livello nazionale è stata già “intercettata”  dalle regioni del Nord, dove il “lavoro c’è” con particolare richiesta di tecnici specializzati e figure professionali che spesso mancano; crescita, che si colloca nel più generale contesto della ripresa economica e produttiva innescata tre anni fa e che sta interessando l’Europa comunitaria e le stesse regioni meridionali, ma con passo più lento.

E sono circa duemila– dopo il “via libera” scattato il 15 gennaio- le domande che vanno presentate esclusivamente sul sito di Invitalia , per accedere ai percorsi delle agevolazioni e dei supporti del programma; percorsi aperti per progetti di impresa validi e sostenibili, coerenti con  gli obiettivi e i parametri del programma “Resto al Sud”. E’ un segnale positivo, che rappresenta la volontà di fare impresa sui territori. Destinatari di programma sono singoli giovani o gruppi di giovani, che, successivamente alla data del 21 giugno del 2017, si siano costituiti o si costituiranno in ditte individuali o società, anche con la tipologie di cooperative. E tutte le procedure di istruttoria e verifica delle proposte progettuali sono completamente digitalizzate, a garanzia della massima trasparenza possibile.

Si possono avviare attività imprenditoriali in tutti i settori, fatta eccezione per le libere professioni e il commercio. Il finanziamento massimo erogabile per un richiedente è pari a 50 mila euro, che può arrivare al tetto di 200 mila euro nel caso di più richiedenti costituiti in società o sul punto di costituirsi come società. I finanziamenti potranno servire per interventi su beni immobili, per l’acquisto di macchinari e attrezzature oppure di programmi e servizi informatici per coprire le spese di avvio, ma non la progettazione, le consulenze o il costo del personale. Consulenze e assistenza verranno fornite gratuitamente da Enti accreditati con certificazioni di Invitalia

Da evidenziare che “Resto al Sud” non è un bando. Non ci sono dunque scadenze né graduatorie. Una modalità, per la quale è decisiva la qualità dei progetti da curare nei dettagli e con la congruità degli obiettivi, per fare impresa reale e dinamica, i linea con le vocazioni e risorse potenziali dei territori, ma anche e soprattutto rispetto alle dinamiche dell’innovazione tecnologica e della competitività negli scenari della società 4.0    L’esito della valutazione di ammissibilità dei progetti ai finanziamenti sarà normalmente comunicato entro 60 giorni dal presentazione a Invitalia.