La Settimana Santa, tutto il suo significato giorno per giorno

La Settimana Santa, tutto il suo significato giorno per giorno

La Settimana santa è la settimana nella quale il cristianesimo celebra gli eventi di fede correlati agli ultimi giorni di Gesu, che comprende in particolare la sua passione, morte e resurrezione. La settimana santa inizia la domenica delle palme e termina il sabato santo, che precede la Pasqua cioé la domenica della resurrezione. La Settimana santa si apre con la Domenica delle palme, nella quale si celebra l’entrata trionfale di Gesù a Gerusalemme, acclamato come messia e figlio di Davide Nella liturgia cattolica viene letto il racconto della passione di Gesù secondo l’Evangelista corrispondente al ciclo liturgico che si sta vivendo. La tradizione risale a prima del IV secolo. Questa ricorrenza non segna la fine della quaresima, la quale si conclude il giovedì santo. Lunedì: è il giorno dell’amicizia. Martedì: è il giorno dello sdegno. Mercoledì: è il giorno del tradimento, il giorno della tristezza. Il lunedì, martedì e mercoledì santo la Chiesa contempla in particolare il tradimento di Giuda per trenta denari. Nella Chiesa cattolica, durante la mattina del Giovedì santo o il pomeriggio del mercoledì santo vengono consacrati gli olii santi e i presbiteri rinnovano l’ordine sacro. Il solenne triduo pasquale della passione, morte e resurrezione di Cristo inizia nel pomeriggio del giovedì santo. La sera si celebra la messa in Cena Domini, nella quale si ricorda l’Ultima cena di Gesù, l’istituzione dell’eucaristiae del sacerdozio ministeriale, e si ripete la lavanda dei piedi effettuato da Cristo nell’Ultima cena. Alla fine della messa le croci restano velate, le campane silenti, e gli altari senza ornamenti, eccettuato l’altare della reposizione dove vengono conservate le sacre specie per l’adorazione e per la comunione del giorno seguente. Il Venerdì santo si ricorda il giorno della morte di Gesù sulla croce. La chiesa celebra la solenne celebrazione della Passione, divisa in tre parti: 1. La liturgia della parola, con la lettura del quarto canto del servo del Signore di Isaia, dell’Inno cristologico della lettera ai Filippesi. 2. L’adorazione della croce, a cui viene così tolto il velo. 3. La santa comunione con i presantificati, cioè con le specie consacrate la sera prima. Non si fanno infatti consacrazioni e non si celebra alcuna messa in questa giornata. Il Venerdì santo è tradizione effettuare il pio esercizio della Via Crucis. La chiesa cattolica pratica il digiuno ecclesiasticoe si astiene dalle carni come forma di partecipazione alla passione e morte del suo Signore. In questo giorno è anche usanza fare visita a più chiese per adorare l’Eucaristia presente negli altari della reposizione, talora impropriamente detti “sepolcri”. Il Sabato santo è tradizionalmente giorno in cui non si celebra l’eucaristia, e la comunione si porta solamente ai malati in punto di morte. Viene invece celebrata la liturgia delle Ore; caso unico nell’anno liturgico, i vespri di questo sabato non sono considerati primi vespri della domenica seguente (la domenica di Resurrezione). Nella notte si celebra la solenne veglia pasquale, che, nella Chiesa cattolica, è la celebrazione più importante di tutto l’anno liturgico. La settimana santa è seguita dalla domenica di Resurrezione, in cui torna a riecheggiare la gioia della veglia pasquale. Tale domenica è ampliata nell’Ottava di Pasqua: la Chiesa celebra la pienezza di questo evento fondamentale per la durata di otto giorni, che si concludono con la II domenica di Pasqua, chiamata fin dall’antichità domenica in albis, che Giovanni Paolo II ha voluto dedicare al ricordo della divina Misericordia. (Nina Auriemma)