“Giù le mani dai lupi”. Gli animalisti contro la decisione della Conferenza Stato-Regioni che ha messo in atto il primo passo per il loro “abbattimento controllato”.

Giù le mani dai lupi. Gli animalisti contro la decisione della Conferenza Stato Regioni che ha messo in atto il primo passo per il loro “abbattimento controllato”.

Italia paese di contraddizioni. Dopo 46 anni di protezione assoluta dei lupi, la Conferenza Stato-Regioni ieri ha messo in atto il primo passo per il loro “abbattimento controllato”. È una decisione, la cui approvazione definitiva è prevista per il 2 febbraio, atta a tutelare le aziende agricole e “favorire” la convivenza tra lupi e aziende. Per noi, Associazione animalista “In ricordo di Lacuna”, è una scelta assolutamente criminale e non risolutiva. «L’abbattimento di alcuni esemplari non ha alcun effetto incisivo sulle consuetudini predatorie in un branco che le abbia già consolidate. Per questa ragione la scelta del nostro Ministero non è scientificamente valida. Uccidere qualche lupo non servirà neppure a “dare il contentino” a qualche allevatore dedito al bracconaggio, come sostiene il ministro Galletti: il bracconaggio esiste a prescindere dal “prelievo” selettivo e se non si cambia la cultura della convivenza con il lupo non sarà certo qualche esemplare ucciso di tanto in tanto a fermare il bracconaggio». Queste le parole di Osvaldo Negra, biologo, etologo, master in zoologia degli animali selvatici, attualmente ricercatore a Torino. Parole che non possiamo che sostenere con tutta la nostra forza, perché non è possibile che nel 2017 non esista un altro strumento per salvare le aziende agricole dagli assalti dei lupi. Perciò auspichiamo che si possa fare un passo indietro e cercare di arginare il problema attraverso un serio e rigoroso studio. Con questo vi invitiamo a far sentire la vostra voce postando nella nostra pagina Facebook le foto dei vostri amici pelosetti con l’hashtag #giulemanidailupi.