Carnevale in alta Irpinia

Carnevale in alta Irpinia

Il Carnevale in Irpinia vanta una tradizione antichissima e le sue rappresentazione sono strettamente legate al territorio, le manifestazioni richiamano gli antichi riti della civiltà contadina e gli usi e i costumi tradizionali: protagonisti assoluti sono musiche e balli che rendono il periodo di Carnevale piacevole e affascinante.

 

Carnevale in alta Irpinia CASTELVETERE SUL CALORE: la tradizione castelvetrese risalirebbe addirittura al 1683 quando due zone della città, Castello e Pianura (oggi Piazza e Via Roma), si sfidavano a colpi di carri allegorici e sfottò nelle giornate del carnevale; negli anni Settanta del 1900 i due cortei si unirono creando un unico gruppo che organizza da allora sfilate di mascheranti e carri allegorici aventi come tema la satira politica o problemi di attualità. Altra protagonista del carnevale è la tarantella, ballo tradizionale del Sud Italia, che alla fine della sfilata viene eseguita nella piazza del paese da tutti i gruppi, nonché dagli spettatori, al suono di tamburelli e tammorre.

 

CERVINARA: protagonista della festa è la “Ndrezzata”, rielaborazione della “Ndrezzata Ischitana”, una danza eseguita da 12 coppie di giovani locali diretti da un “caporale” che dirige le battute, suggerisce il primo verso di ogni strofa cantata ed impone le cadenze mentre gli altri eseguono impugnando bastoni corti e robusti come fossero lance. A questo si fondono i passi di quadriglia e tarantella promuovendo anche l’aspetto più moderno del carnevale con i carri allegorici.

 

GESUALDO:  la manifestazione principale del Carnevale gesualdino è la sfilata dei carri allegorici e dei gruppi mascherati che 1969  animano e coinvolgono l’intera popolazione con musiche e  balli.  La sfilata si svolge per le vie del paese e si conclude in Piazza Neviera dove si scatena la festa con l’esibizione dei vari gruppi e la “sfida” tra i rioni al carro più bello e più grande.

 

MONTEMARANO: dalle origini antichissime il carnevale di Montemarano riesce a coinvolgere tutti i cittadini, dai più piccoli ai più anziani, in un periodo di musiche, canti e travestimenti. La maschera storica è quella del  “caporabballo” (capo del ballo), vestito di bianco, con mantello rosso, cappellone e bastone, incaricato di guidare le mascherate lungo il paese, disciplinare i cortei e dirigere il ballo della tarantella montemaranese, vera protagonista del carnevale.  Il periodo di festa  termina la domenica successiva al giorno delle Ceneri con il momento culminante della morte di Carnevale. Dopo l’ironica processione funebre e la lettura del testamento, ci si libera in un’ultima sfrenata tarantella.

 

PATERNOPOLI: la tradizione paternese risali agli inizi del 1900 ed è legata alla realizzazione di carri allegorici, in legno e cartapesta ad opera di artigiani locali, che sfilano con il corteo di maschere per le strade del paese accompagnati dalla musica dei balli popolari e moderni.

(Chiara Siniscalchi)