AVELLINO. ZITOMORI, Architettura senza definizione di confine

AVELLINO. ZITOMORI, Architettura senza definizione di confine

Avellino. L’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Avellino plaude alla bellissima mostra “ZITOMORI, Architettura senza definizione di confine” che si terrà dal 12 dicembre al 14 gennaio nella Tholos del Complesso Monumentale ex Carcere Borbonico di Avellino. La mostra, patrocinata dall’Ordine, sarà presentata e inaugurata lunedì 12 dicembre alle ore 16.30 con gli interventi di Erminio Petecca ed Eleonora Dionisio, presidente e vicepresidente dell’Ordine degli Architetti, Annibale Discepolo, giornalista e Hikaru Mori, architetto rappresentante dello studio ZITOMORI. Lo studio ZITOMORI, fondato dal noto architetto irpino Maurizio Zito e dalla moglie Mori, ha prodotto numerosi progetti in Italia: mirabili quelli che hanno, con innovative idee di architettura e design, saputo raccontare il vino in tutti i suoi aspetti portando alla realizzazione di esperienze uniche, come le cantine “I Feudi di San Gregorio” in Irpinia, “Masseto” in Toscana, “Bisceglia” in Lucania. Memorabili i ristoranti: “Marenna”, “Vigna la Corte” e “Degusta”, luoghi d’incontro in cui l’ospite, il viaggiatore, riscopre le tradizioni gastronomiche regionali, senza dimenticare la realizzazione del Padiglione Irpinia all’Expo di Milano o del Controne River Park nei pressi di Paestum, un’area riservata alla conservazione della natura, dove tutti i materiali da costruzione sono stati selezionati rispettando ambiente e paesaggio.
“Sono trascorsi più di 25 anni – dichiara Hikaru Mori – da quando ho iniziato l’attività progettuale con Maurizio Zito, creando un’unità chiamata ZITOMORI. Due individui molto diversi, due culture opposte: queste diversità hanno creato l’inevitabile necessità di dialogo e di confronto e ci hanno portato a ottenere una sintesi progettuale unica e risolutiva, rimuovendo ogni convenzione e codice. La mostra è stata pensata per fare un punto sul panorama dei progetti firmati da ZITOMORI, in memoria di Maurizio Zito, architetto avellinese recentemente scomparso. Riguardando i lavori e ripercorrendo i passi fino ad ora compiuti spesso senza troppe riflessioni, si evidenzia che ogni progetto è individuale e unico: una serie di lavori essenziali, quasi sperimentali. Forse c’è un solo filo conduttore nei nostri progetti: la permeabilità nell’architettura. Un’architettura che non isola ma che comunica attraverso uno spazio penetrabile dove si confondono esterno e interno: il costruito quasi traspare e lo spazio perde la definizione di confine. Questa ambiguità dello spazio costruito contribuisce all’integrazione generale delle cose che lo circondano: la natura, il territorio, le persone, la temperatura, il profumo… L’architettura diventa un luogo che si integra con la gente ed è in simbiosi con il territorio. Spesso i lavori di ZITOMORI sono stati definiti “opere senza tempo” e danno la sensazione che sono sempre esistiti in quel luogo. Spero che continuino a vivere come luoghi di scambio culturale e sociale per ispirare e amplificare quel senso di libertà e apertura che li caratterizza. Si ringraziano il Consiglio e il Presidente Erminio Petecca dell’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori di Avellino per avere patrocinato questo evento in memoria di Maurizio. Si ringrazia la Soprintendenza ABAP di Salerno e Avellino per aver concesso lo spazio della bellissima THOLOS del Carcere Borbonico di Avellino. Si ringraziano tutte le persone e le aziende che hanno sostenuto e che hanno partecipato alla realizzazione di questa mostra”.
“Come rappresentanti dell’Ordine degli Architetti – dichiara Eleonora Dionisio –, con il consigliere Giuseppe Nardiello, abbiamo collaborato all’organizzazione della mostra dello studio ZITOMORI, dedicata all’architetto Maurizio Zito recentemente scomparso. Attraverso l’esposizione dei lavori realizzati viene messa in risalto tutta la creatività e l’amore che Zito e Mori hanno sempre avuto per il nostro territorio”.
“Maurizio Zito – conclude Erminio Petecca –  ha rappresentato un punto di riferimento per l’architettura di questa provincia e di sicuro avrebbe regalato a tutti noi ancora tante emozioni attraverso i suoi progetti sempre innovativi. La mostra che si inaugura mette in risalto, attraverso le immagini in esposizione, non solo la sua capacità di organizzazione degli spazi ma anche la sua maturità espressiva che mostrava attraverso l’apertura al dialogo e al confronto legati alla nostra professione”.